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La vigilia di Meloni in Parlamento, con la questione armi che agita la sua maggioranza

Redazione

Nel centrodestra sono a lavoro su una risoluzione che superi le differenze tra i partiti. La stoccata di Tajani alla Lega: "Loro che sono filo Trump si ricordino che sono proprio gli americani a chiederci di investire di più in Difesa". Intanto la premier pianifica una visita negli Usa

Sarà un'altra settimana non banale, questa, per Giorgia Meloni. Con il governo impegnato sui tavoli internazionali. Ma con precise ricadute interne, che rischiano di incidere sulla maggioranza (e anche sull'opposizione). Questo a partire già dalla giornata di domani. La premier riferirà in Parlamento, prima al Senato e poi il giorno dopo alla Camera, alla vigilia del Consiglio europeo che si terrà giovedì e venerdì. Al centro del dibattito, ovviamente, il piano per il riarmo europeo votato dal Parlamento europeo la scorsa settimana. Con le linee guida che intende seguire il governo. Oltre al sostegno all'Ucraina.

 

A ogni modo, così come si sono divisi a Strasburgo, nel centrodestra vorrebbero evitare di riproporre la stessa divisione anche all'interno delle aule parlamentari. Per questo in queste ore si sta lavorando a una risoluzione di maggioranza, da votare sia a Palazzo Madama che a Montecitorio, che tenga conto delle sensibilità di tutti. "Come sempre, troveremo una sintesi", ha tranquillizzato il capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato Lucio Malan. Ma anche nel fine settimana ci sono state nuove tensioni all'interno della coalizione, proprio sulla questione armi. "Prova a chiedere alle nostre mamme che cosa ne pensano... Vedrai che ti risponderanno tutte quante la stessa cosa: no", va dicendo da giorni il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti a chi gli chieda del piano Rearm Ue. Del quale continua a criticare la mancanza di dettagli perché "a ora ho letto solo un comunicato stampa". Posizioni che hanno riavvicinato molto il titolare del Mef al suo segretario Matteo Salvini, tra i più convinti oppositori del pacchetto da oltre 800 miliardi di euro per rafforzare i sistemi di difesa nazionali.

Anche per questo non sono passate inosservate le parole che il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha concesso quest'oggi alla Stampa. "Giorgetti ha le sue sacrosante preoccupazioni sui conti pubblici, ma ci sono anche altre priorità di cui tener conto: qui è in gioco la sicurezza nazionale", ha detto il leader di Forza Italia. Il quale ha anche tirato una stoccata nei confronti della Lega. "Visto che il partito di Giorgetti è molto filo-Trump, non dimentichiamo che sono proprio gli americani a chiederci di spendere di più per la Difesa". Come a dire: non si può predicare in un modo e razzolare nell'altro.

Proprio le relazioni con gli Stati Uniti e Donald Trump sono al centro dell'azione dell'esecutivo. Nella risoluzione da presentare al Parlamento, infatti, la premier vorrebbe si insistesse, a proposito del dossier Ucraina, sulla necessità di arrivare a una "pace giusta" di comune accordo con Washington. Anche per questo si lavora a un bilaterale che potrebbe portare la presidente del Consiglio a volare in America. A partire, forse, proprio dalla prossima settimana. 

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