AL SENATO
Meloni: "Sosteniamo lo sforzo di Trump per la pace. Non c'è sicurezza se Ue e Usa divisi"
"Sostegno a Kyiv mai in discussione, è linea dell'intera maggioranza. Ma no a truppe italiane in Ucraina", dice la premier a Palazzo Madama in vista del Consiglio europeo. "RearmEu? No a nuovo debito". E sui dazi: "Evitare rappresaglie"
"Ci troviamo alla vigilia di un Consiglio europeo che cade in un momento estremamente complesso per le vicende globali, e allo stesso tempo decisivo per il destino dell'Italia, dell'Europa dell'Occidente", dice Giorgia Meloni aprendo le sue comunicazioni in vista del vertice del 20 e 21 marzo a Bruxelles, che riunisce i capi di stato e di governo dei 27 stati membri Ue. Domani la premier terrà il suo intervento anche alla Camera. Spero – ha aggiunto prima di entrare nel merito dei singoli temi – che "si possa, nel rispetto delle posizioni di ciascuno, ragionare sulle scelte migliori per la nostra nazione".
Industria, competitività ed energia
"Se l'Europa pensa di sopravvivere pensando di continuare a iper-regolamentare tutto invece di liberare le tante energie di cui dispone, non sopravviverà. È la politica che deve tracciare la rotta, non la burocrazia: serve un vero processo di semplificazione". E ancora: "Faremo tutto quello che possiamo per impedire che l'Europa venga soffocata dalla sue stesse regole".
"Il tema centrale del Consiglio europeo - ha proseguito Meloni - sarà certamente il rilancio e il rafforzamento della competitività. Competitività potrebbe sembrare un fumoso concetto astratto, ma non lo è. Competitività vuol dire per gli stati nazionali poter offrire servizi sociali adeguati e sempre migliori ai cittadini. Competitività significa, allargando la prospettiva, disporre dei mezzi e delle risorse necessarie non solo a non dipendere da altri, ma anche a poter difendere i nostri valori e la nostra visione a livello internazionale. In sostanza quello che tutti dobbiamo chiederci è, un'Europa desertificata da un punto di industriale e in ritardo della ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie e destinata a essere più o meno ascoltata?"
"I prezzi dell'energia sono troppi alti" e rappresentano "un freno per la nostra competitività", quindi "bisogna intervenire. Servono anche misure a lungo termine, un mercato europeo che garantisca prezzi stabili". "L'Italia si è candidata a essere l'hub" dell'energia fra l'Europa e il continente africano. È uno dei fulcri del "Piano Mattei per l'Africa" promosso dal governo, ha detto la premier.
Il sostegno all'automotive
"Il Clean Industrial Deal presentato dalla Commissione va in questa direzione, ma sia chiaro che intendiamo impedire che si trasformi in un nuovo Green Deal con un nome diverso. Per farlo chiediamo azioni concrete. La prima tra queste non può non riguardare il settore dell'auto, un settore industriale strategico per l'Europa che non può essere abbandonato al proprio destino".
Il settore dell'auto "non può essere abbandonato. Per questo insieme alla Repubblica Ceca abbiamo presentato un non paper" che è stato "accolto positivamente da molti paesi", ha detto la premier. "Occorrerà insistere" affinché "venga pienamente applicato il principio della neutralità tecnologica", ha sottolineato Meloni, secondo la quale bisognerà prestare attenzione "al settore dei veicoli pesanti, sinora ignorato".
I dazi di Trump: "Guerra commerciale non conviene né all'Uè né all'America", dice Meloni
"Sono convinta che si debba continuare a lavorare, con concretezza e pragmatismo, per trovare un possibile terreno d'intesa e scongiurare una guerra commerciale che non avvantaggerebbe nessuno, né gli Stati Uniti né l'Europa".
"Credo che non sia saggio cadere nella tentazione delle rappresaglie che diventano un circolo vizioso nel quale tutti perdono. Se è vero che i dazi imposti sulle merci extra Ue possono teoricamente favorire la produzione interna, in un contesto fortemente interconnesso come quello delle economie europea e statunitense, il quadro si complica".
"I dazi possono facilmente tradursi in inflazione indotta, con la conseguente riduzione del potere d'acquisto delle famiglie e il successivo innalzamento dei tassi da parte della Bce per contrastare il fenomeno inflattivo, come abbiamo già visto. Risultato: inflazione e stretta monetaria che frena la crescita economica. Non sono certa, insomma, che sia necessariamente un buon affare rispondere ai dazi con altri dazi".
"Per questo - ha proseguito la presidente del Consiglio - credo che le energie dell'Italia debbano essere spese alla ricerca di soluzioni di buonsenso tra Stati Uniti ed Europa, dettate più dalla logica che dall'istinto, in una ottica di reciproco rispetto e di convenienza economica".
Immigrazione tema centra in Europa grazie all'Italia
Sul fronte dell'immigrazione "registriamo un duplice obiettivo: la drastica riduzione degli sbarchi nel Mediterraneo centrale, grazie al crollo delle partenze da Tunisia e Libia e la riduzione degli ingressi irregolari anche su altre rotte. Nel 2024 questi si sono ridotti del 60% rispetto al 2023, del 35% rispetto al 2022 e a differenza di quanto si va sostenendo, i numeri sono in linea con il 2024, con piccole oscillazioni dettate dalla complessa dinamica libica".
Se oggi l'immigrazione è una priorità per l'Europa "questo lo si deve al ruolo decisivo che l'Italia ha svolto in questi anni per cambiare l'approccio europeo in materia di immigrazione", ha detto Meloni rivendicando il ruolo del suo governo nell'aprire la discussione sugli hub nei paesi terzi. "È fondamentale che l'Ue diventi efficace nel processo dei rimpatri. Se entri illegalmente in Europa non puoi rimanere sul territorio europeo, devi essere rimpatriato", ha detto la premier.
Ucraina, Meloni: "Sosteniamo lo sforzo avviato dal presidente Trump" per la tregua
"Ho sentito molte ricostruzioni e vorrei ribadire alcuni punti fermi: il primo è la ferma e totale condanna della brutale aggressione all'Ucraina e il sostegno al popolo ucraino che non è mai stato in discussione", ha detto la premier ribadendo anche il sostegno a Sergio Mattarella più volte attaccato dalla Russia nelle ultime settimane. "Siamo al fianco del presidente della Repubblica ogni qual volta che viene attaccato per la sola ragione di aver ricordato chi sono gli aggressori e chi gli aggrediti".
Nel conflitto tra Russia e Ucraina, ha detto ancora Meloni, "è lo stallo sul campo che oggi può portare ai negoziati della pace e penso si debba rivendicare con orgoglio il sostegno compatto e determinato al popolo ucraino. Dunque salutiamo positivamente questa fase e sosteniamo lo sforzo avviato dal presidente Trump".
"Non è immaginabile costruire garanzie di sicurezza efficaci e durature dividendo l'Europa e gli Stati Uniti. È giusto che l'Europa si attrezzi per fare la propria parte ma è ingenuo e in alcune misure folle pensare che possa fare da sola" senza l'architettura atlantica. Quanto all'ipotesi di inviare soldati italiani in Ucraina, "non è all'ordine del giorno".
ReArm Eu, Meloni: "Senza difesa non c'è sicurezza, senza sicurezza non c'è libertà"
"Rafforzare le nostre capacità di Difesa significa occuparsi di molte più cose rispetto al potenziamento degli arsenali". Occorre quindi un approccio a 360 gradi, perché "senza difesa non c'è sicurezza, senza sicurezza non c'è libertà", ha sottolineato la premier parlando di ReArm Eu, il piano da 800 miliardi proposto da Ursula von der Leyen.
"Non si tratta di spendere 800 miliardi di risorse attualmente esistenti nei bilanci degli Stati membri, magari tagliando servizi ai cittadini per poter reperire risorse o smettendo di investire sugli altri capitoli", ha spiegato Meloni. "Si tratta invece della possibilità di ricorrere a deficit aggiuntivo, rispetto a quanto normalmente previsto dal Patto di stabilità. Questo è il quadro che ci è stato proposto, e in questo quadro l'Italia valuterà con grande attenzione l'opportunità o meno di attivare gli strumenti previsti dal Piano. Lo dico perché l'Italia può vantare, in questa fase storica, degli indicatori economici e finanziari estremamente positivi, un patrimonio al quale non intendiamo rinunciare. È la ragione per la quale io credo - ha proseguito la premier- che sia nostro dovere proporre anche soluzioni alternative alla semplice creazione di nuovo debito. Ed è per questo che, con il ministro Giorgetti, che ringrazio per l'importante lavoro di questi giorni, abbiamo proposto un meccanismo di garanzie pubbliche europee, coordinato e integrato con i sistemi nazionali, sul modello di quello attualmente viene utilizzato per il programma InvestEU, per mobilitare più efficacemente i capitali privati e rilanciare gli investimenti nel settore della difesa, nel quale l'Italia -ricordiamolo- può vantare dei campioni assoluti".
Al governo inoltre, dice ancora Meloni, non piace la denominazione del piano Rearm Europe in quanto ritenuto "fuorviante per i cittadini". "Certamente siamo chiamati a rafforzare le nostre capacità difensive" ma questo "non significa banalmente acquistare armamenti, intanto perché non si tratta di acquistarli da paesi stranieri, quanto semmai produrli", Rafforzare le nostre capacità di Difesa significa molte più cose rispetto al semplice potenziamento dei nostri arsenali", ha quindi ricordato Meloni, parlando di "lotta al terrorismo, Difesa dei confini e cybersicurezza".
"L'Italia non intende togliere un solo euro dalle risorse della Coesione", ha poi specificato Meloni escludendo che le risorse per la Difesa possano arrivare da stanziamenti già fissati per altri obiettivi.
"Preoccupati per la ripresa dei combattimenti a Gaza"
La premier parla poi della complicata situazione in medio oriente, con la fine della tregua fra Israele e Hamas. Oggi lo stato ebraico ha ripreso a bombardare Gaza ed effettuato incursioni terrestri nel sudovest della Siria. "Seguiamo con grande preoccupazione la ripresa dei combattimenti a Gaza che mette a repentaglio gli obiettivi cui lavoriamo: la liberazione degli ostaggi" e il ripristino degli aiuti umanitari nella Striscia. Meloni ha esposto il ringraziamento del sovrano giordano Abdullah per l'impegno dell'Italia a favore di un "corridoio umanitario" per la popolazione civile di Gaza.
"Esprimiamo preoccupazione", ha aggiunto Meloni, per gli scontri in corso in Siria che hanno colpito la comunità alauita e cristiana. "Torniamo a esprimere la nostra preoccupazione per quello che sta accadendo in Siria, in particolare dopo gli ultimi brutali attacchi che hanno visto milizie legate al nuovo governo di transizione uccidere centinaia di civili, appartenenti in gran parte alla minoranza alauita, ma colpendo anche la minoranza cristiana. "Insieme ai partner europei, siamo impegnati a richiamare il nuovo governo a garantire una transizione democratica, fondata sul rispetto e sulla piena inclusione di tutte le minoranze etniche e religiose". "Ci uniamo – ha aggiunto la premier – all'auspicio di Papa Francesco affinché il popolo siriano possa vivere in pace e sicurezza nella sua amata terra".
La replica di Meloni alle opposizioni
Dopo gli interventi delle opposizioni, che hanno criticato la premier su vari fronti – dalle armi all'immigrazione, fino all'economia – la premier ha ripreso la parola chiarendo che "l'esercito unico europeo non è all'ordine del giorno: il sistema difensivo europeo, come quello della Nato, sono basati su eserciti nazionali che all'occorrenza si coordinano". In questo schema, ha spiegato la premier, dovrebbe collocarsi anche il rafforzamento della Difesa europea.
"Nel centrodestra - ha poi detto Meloni, rispondendo a chi metteva in discussione l'unità della maggioranza - siamo d'accordo che il tema di rafforzare la sicurezza c'è, siamo d'accordo perché lo abbiamo scritto nel nostro programma e la maggioranza è compatta".
Ma "se vogliamo garantire la sicurezza della nazione, il banale tema dell'acquisto delle armi è l'ultima delle questioni. Quando abbiamo chiesto di modificare il titolo del programma ReArm Europe lo abbiamo fatto non per una questione lessicale ma di questione di merito: cosa si puo' fare con queste riforme?".
Sull'Ue, su quello che rappresenta oggi e su quale potrebbe essere il futuro dell'Unione, "Noi non siamo d'accordo sulla maggiore cessione di sovranità", ha detto la presidente del Consiglio. "Noi continuiamo a pensare che l'Europa debba occuparsi di meno materie e di quelle di cui gli Stati nazionali non possono occuparsi da soli. Penso che se andassimo a fare una verifica ci accorgeremmo che le competenze che ha la Commissione europea sono maggiori di quelle che ha il presidente degli Stati Uniti".
Quanto all'economia, "mi pare che ci siano indicatori che dicono che, nonostante una situazione internazionale molto complessa, l'Italia in molti casi va meglio di altri partner. Questo lo dobbiamo dire non per trionfalismo, ma per convincere sul fatto Che la strada messa in campo ci sembra quella più seria. Una manovra correttiva non è nel radar del governo". Mentre sulla giustizia, Meloni ha ribarito che la riforma è "improcrastinabile"