L'audizione

John Elkann in Parlamento: “Per Stellantis l'Italia è centrale. L'Europa vive una fase critica”

Redazione

Il presidente del gruppo automobilistico a Montecitorio per parlare del futuro della produzione in Italia. Ecco il discorso completo 

"Ci siamo preparati all'audizione di oggi con grande attenzione; perché per noi l'Italia ricopre un ruolo centrale". Lo ha detto John Elkann presidente di Stellantis e ora amministratore delegato ad interim, in apertura della sua audizione nella Sala Mappamondo di Montecitorio, davanti alle commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato. La stessa sala dove lo scorso 11 ottobre si è svolta l'audizione dell'ex ad Carlos Tavares, dimessosi dall'incarico a dicembre. La sua successione, ha spiegato, sta procedendo regolarmente, e il nuovo ad “sarà annunciato entro la prima metà di quest'anno”. Di seguito il discorso integrale e alcuni punti più importanti dell'audizione.

 

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Gli impegni del Piano Italia e le difficoltà attuali: “Il 2025 sarà un altro anno difficile”

Lo scorso 17 dicembre, Stellantis si è impegnata in una serie di investimenti indicati in “Piano Italia” firmato al Mimit. “Per l'anno in corso stiamo spendendo circa 2 miliardi di euro di investimenti e 6 miliardi di euro in acquisti da fornitori italiani”. Elkann si è augurato che “da oggi il bilancio dare-avere tra il paese e l'azienda non sia più un tema divisivo, ma un'opportunità per continuare questo percorso virtuoso insieme che dura da 125 anni, orgogliosamente con l'Italia", aggiungendo che "dalla sua nascita nel gennaio 2021, Stellantis ha acquistato servizi e componenti dalla filiera italiana dell'auto per un valore di 24 miliardi di euro, che diventeranno 30 alla fine del 2025”

Riguardo i siti Stellantis in Italia, Elkann ha spiegato che “saranno dotati di tutte le piattaforme multi-energia di Stellantis per la produzione di autovetture: STLA Small, Medium e Large, quest'ultime due già operative a Melfi e Cassino”. Inoltre, ad Atessa è stata “installata una piattaforma dedicata ai veicoli commerciali leggeri. Questi investimenti permetteranno agli stabilimenti italiani la massima flessibilità per poter produrre la più ampia gamma di modelli Stellantis e soddisfare i clienti sia in termini di prodotto che di motorizzazioni”. Il punto di forza di questa tecnologia è che “sulla base della stessa piattaforma è possibile costruire vari modelli, che differiscono per gli aspetti stilistici e prestazionali per mantenere l'identità dei singoli marchi”.

Guardando ai singoli stabilimenti, Elkann ha assicurato che a Pomigliano “è stata estesa fino al 2030 l'attuale produzione della Panda ibrida (la Pandina), a cui seguirà la nuova generazione dello stesso modello". La vettura, ha ricordato il presidente, nel mese di gennaio e febbraio 2025 “è stata scelta da oltre 25.400 clienti. Con una quota di mercato di circa il 10 per cento, supera da sola tutti i marchi che operano in Italia”. Mentre per quanto riguardo Maserati, attualmente in difficoltà in termini di volumi di vendita, il suo futuro “è indissolubilmente legato all'Italia, a Modena e alla Motor Valley”. Anche se, il marchio, così come Alfa Romeo e tutti gli altri brand legati alle esportazioni “dovranno tenere conto della politica dei dazi che saranno applicati”.

Per quanto riguarda Mirafiori, in futuro non è prevista solamente la produzione dell'attuale Fiat 500 elettrica: “Tra due settimane partiranno i lavori di adeguamento delle linee di assemblaggio e di lastratura per la nuova 500 Ibrida. Ce la stiamo mettendo tutta per l'avvio della produzione questo novembre". Questo nuovo modello ibrido “garantirà un incremento dei volumi di produzione, in linea con le richieste del mercato per questo tipo di segmento”

Nonostante gli impegni e gli investimenti “il 2025 sarà un altro anno difficile: il mercato Italia nei primi due mesi è in contrazione del 7 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno".  Tuttavia, ha affermato Elkann, "dal 2026 si prevede un aumento della produzione grazie al lancio di 10 nuovi aggiornamenti di prodotto nelle fabbriche italiane, i cui livelli produttivi dipenderanno dal mercato e da fattori esterni come i dazi".

 

I problemi dell'elettrificazione: “L'Europa faccia scendere i prezzi dell'energia”

La Commissione europea  ha messo a disposizione dei produttori europei 1,8 miliardi di euro con l'Industrial Action Plan per produrre batterie a livello europeo: “È uno sforzo iniziale, ma non sufficiente a colmare il divario con la Cina”. Secondo il presidente di Stellantis, oltre allo svantaggio strutturale dovuto al costo manifatturiero europeo, l'Europa ha di fronte a sé una grande sfida rappresentata dalla dipendenza dai produttori asiatici, in particolare cinesi, per la produzione di batterie. Il cui prezzo “oggi rappresenta fino al 45 per cento del costo totale di un veicolo elettrico”. Inoltre, “oggi sono attive 263 gigafactory in tutto il mondo: 214 sono localizzate in Cina, solo 13 in Europa”.

Si tratta di uno scenario in cui le aziende cinesi hanno il primato del mercato, non solo in termini di produzione ma soprattutto di tecnologia. "I produttori automobilistici europei - ha ricordato - stanno affrontando uno svantaggio strutturale rispetto ai loro concorrenti cinesi, pari al 40 per cento del costo manifatturiero complessivo. In particolare, i prezzi dell'energia di paesi produttori di auto europei risultano cinque volte più alti di quelli cinesi”. Per questa ragione, ha auspicato Elkann, “l'Europa dovrebbe far scendere i prezzi dell'energia a valori competitivi globali e di mantenerli a livelli costanti e prevedibili".

Nel frattempo, è urgente potenziare l’infrastruttura di ricarica: “La mancanza di una solida rete di colonnine scoraggia gli acquirenti di veicoli dall'optare per i modelli elettrici”. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, ha ricordato Elkann, il ritmo di installazione rimane troppo lento: “Quasi il 60 per cento di tutte le stazioni di ricarica europee si trova in soli tre paesi: Germania, Francia e Olanda. In Italia ci sono meno di un terzo delle colonnine installate in Olanda”.

 

L'importanza di Stellantis per l'Italia, e viceversa

Elkann ha ricordato gli ultimi decenni della Fiat, definita come “una start up nata nel 1899”: “Nel 2003, quando morì mio nonno Gianni Agnelli, la Fiat Auto fatturava 20 miliardi di euro e ne perdeva 2. Con i suoi 4 marchi vendeva 1 milione e 700 mila veicoli, di cui quasi la metà in Italia, ed era fuori dalla top ten dei costruttori mondiali”. Nonostante la situazione drammatica, ha spiegato, “la mia famiglia si è assunta la responsabilità di difendere l'azienda e chi ci lavorava, investendo nuove risorse e mettendo le basi per il rilancio”

La situazione attuale è ben diversa, ha sottolineato Elkann: “Oggi siamo fra i primi costruttori al mondo. Di questo straordinario percorso di sviluppo, l'Italia e gli italiani hanno avuto grande merito e a tutto il paese va la nostra gratitudine". Il gruppo, ha ricordato, "è il quarto costruttore al mondo, è redditizio e fattura 157 miliardi. Con i suoi 14 marchi vende 5 milioni e mezzo di veicoli, di cui meno della metà in Europa”

“Negli ultimi 20 anni, il mercato domestico è calato del 30 per cento mentre l'occupazione si è ridotta di circa il 20 per cento”. Nonostante la situazione drammatica, “la mia famiglia si è assunta la responsabilità di difendere l'azienda e chi ci lavorava – ha spiegato Elkann – investendo nuove risorse e mettendo le basi per il rilancio”.  Nel dettaglio, Stellantis “ha difeso la produzione e l'occupazione degli stabilimenti del paese grazie all'export dei marchi italiani, oltre alle Jeep prodotte in Basilicata, alle Dodge in Campania, ai van Citroen, Opel e Peugeot in Abruzzo e più recentemente alle Ds a Melfi”. 

Il presidente si è poi soffermato sui risultati più recenti del gruppo: “Stellantis nel 2024 è stato il gruppo che ha depositato più brevetti industriali in Italia. Ogni brevetto non è solo un numero, ma un passo avanti nell'innovazione tecnologica del paese”. Un patrimonio di idee che “rafforza la competitività dell'industria italiana, crea opportunità per la filiera e contribuisce a mantenere il nostro know-how all'avanguardia in un settore in piena trasformazione”. 

“Il contributo positivo alla crescita dell'economia italiana non è mai venuto meno", ha affermato Elkann, presentando un report curato dall'università Luiss Guido Carli. “Lo studio evidenzia che al 2004 al 2023 Stellantis ha prodotto in Italia 16,7 milioni di autovetture e veicoli commerciali, per un valore complessivo della produzione nazionale di quasi 700 miliardi di euro”. Calcolando gli effetti sulla filiera e le ricadute sui consumi delle famiglie, “il valore complessivo della produzione in Italia negli ultimi venti anni sale a 1.700 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 417 miliardi: per ogni euro di valore creato da Stellantis, se ne generano 9 nel resto dell'economia”. 

 

Prima dell'audizione. I rapporti più distesi con Fdi 

Nei mesi scorsi, con l'emergere sempre più forte delle difficoltà del gruppo sugli stabilimenti italiani, i partiti di opposizione e maggioranza hanno insistito molto affinché il presidente Elkann si confrontasse con il Parlamento sui prossimi passi che Stellantis avrebbe compiuto in Italia. 

Nel frattempo, molte cose sono cambiate. Subito dopo le dimissioni a sorpresa di Tavares, il gruppo ha stretto con il ministero del Made in Italy un “Piano Italia” in cui ha ribadito la centralità del nostro paese nel suo piano industriale, garantendo per il 2025 investimenti da 2 miliardi per gli stabilimenti italiani e 6 miliardi di acquisti a fornitori operanti in Italia. Parallelamente, sembrano essersi calmate le acque con Fratelli d'Italia, anche in seguto alle frequenti richieste di incontri preparatori e telefonate degli addetti alle relazioni istituzionali di Stellantis con i parlamentari meloniani. Un rapporto rinsaldato, tanto da far credere al leader di Azione Carlo Calenda, da sempre scettico verso le scelte industriali del gruppo, di essere rimasto l'unico a criticare Elkann : “Me sa che domani je meno solo io…e che voi state boni”, ha detto al Foglio.

 

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