Meloni alla Camera: "Chiarire cosa si intende con spese per la difesa: il Rearm Ue confonde"
La presidente del Consiglio in Aula per esporre la posizione che terrà l'Italia al Consiglio europeo del 20-21 marzo
Dopo il martedì a Palazzo Madama, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è oggi dalle ore 9.30 alla Camera dei Deputati per le Comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 20-21 marzo. Dal piano di riarmo, soprattutto, all'economia, fino a Trump e l'Ucraina, la premier ha parlato in replica agli interventi delle opposizioni, nel corso di una seduta movimentata, con il presidente della Camera Fontana costretto a sospendere più volte la seduta. A riscaldare gli animi le parole critiche di Meloni sul Manifesto di Ventotene ("Non è questa la mia l'Europa"). Parole che hanno scatenato le proteste dell'opposizione.
ReArm Europe? "Un problema che sia basato sul debito. Favorire investimenti privati è la nostra proposta"
"Sono favorevole all'aumento degli investimenti" militari a livello Ue, "ma ho chiesto di chiarire cosa si intenda per spese di difesa", ha detto Meloni replicando agli interventi delle opposizioni. "Ecco perché il governo ha posto la questione del ReArm Europe. Il dominio della sicurezza riguarda le materie prime critiche, la difesa dei confini e la lotta al terrorismo. Materie che non si affrontano comprando armi".
Sempre a proposito di Difesa europea, la premier ha spiegato: "Noi abbiamo fatto le nostre valutazioni. Il Governo aveva chiesto lo scorporo delle spese dal calcolo del Patto di stabilità. Sicuramente oggi, però, non possiamo non porre il problema che l'intero piano, presentato dalla presidente della Commissione Europea von der Leyen, si basa quasi completamente sul debito nazionale degli Stati ed è la ragione per la quale siamo facendo delle altre proposte. Però dall'altra parte, io penso che una priorità debba essere quella, per esempio, di favorire gli investimenti privati su una materia, come quella di cui stiamo parlando ed è la ragione per la quale col ministro Giorgetti abbiamo elaborato una proposta che ricalca quello che accade, attualmente con invest Eu, quindi garanzie europee per gli investimenti privati".
Nel suo intervento Meloni ha poi ricordato gli aumenti della spesa militare italiana durante i governi precedenti, anche con Conte premier. "Se chiedi ad altri di occuparsi della tua sicurezza, non lo faranno gratis e potranno anche decidere per te. Io voglio una nazione in grado di decidere per se stessa. Per farlo deve mantenere gli impegni".
Mercosur? "Favorevoli agli accordi di libero scambio"
“In linea di principio siamo favorevoli agli accordi di libero scambio” ha spiegato la premier in merito all'accordo Ue-Mercosur, “ma il mercato non può essere libero se non è anche equo”. Per Meloni, “la reciprocità è importante", soprattutto “per i produttori italiani che fanno la loro fortuna non sulla quantità ma sulla qualità”.
L'Ue "deve occuparsi meglio di meno cose”
Secondo la premier, l'Unione europea “si deve occupare meglio di meno cose” perché “la volontà di regolamentare tutto ha impedito di affrontare le cose importanti. Serve, infatti, un'Europa più efficace nel dare risposte". Si deve dunque “applicare il principio di sussidiarietà”, ha precisato, e “ci sono materie su cui gli stati nazionali”, essendo “più prossimi ai cittadini”, sono meglio attrezzati. Se si fosse già agito in questo senso “forse oggi avremmo stati nazionali più forti e un Europa più efficace rispetto ai competitor che ha oggi nel mondo”, ha detto Meloni.
“Trump è un leader forte”, ma “i dazi sono un problema per l'Italia"
Spostandosi oltre oceano, Meloni ha espresso parole di stima verso il presidente degli Stati Uniti: “Donald Trump è un leader forte che può garantire un percorso verso la pace in Ucraina. Con questa amministrazione non vedremo le scene di debolezza viste in Afghanistan". Sulla telefonata di ieri fra Ieri tra Trump e Putin, l'ipotesi di cessate il fuoco parziale limitato a infrastrutture strategiche “è un primissimo spiraglio nel senso di quanto concordato a monte” tra il tycoon e Zelensky.
Tuttavia, “non c'è dubbio che i dazi per l'Italia siano un problema”. Lo scorso anno, ha ricordato Meloni, “siamo arrivati a diventare la quarta nazione esportatrice al mondo. Il tema che pongo è quale sia la reazione migliore”. Il nostro surplus commerciale nei confronti degli Stati Uniti “riguarda i beni, quello Usa nei nostri confronti riguarda i servizi. Credo che a questo si debba guardare per trovare una soluzione", ha proseguito. "I dazi producono una spinta inflativa" che potrebbe portare all'aumento "dei tassi di interesse" e quindi una contrazione dell'economia: “Bisogna trovare soluzioni che non ci penalizzino".
“'Trump non sarà mai un alleato, cosa intende Schlein? Che dobbiamo uscire dalla Nato? Cosa intende, magari ce lo spiegherà in Aula". Ha affermato la premier, con riferimento alle parole più volte ribadite negli ultimi giorni dalla segretaria del Pd invitando la premier a risolvere ogni ambiguità. "Stare con l'Ue o con gli Stati Uniti? Io sto con l'Italia - ha assicurato - sto con l'Italia e con l'Europa ma sono anche per la compattezza per l'Occidente”.
Dall'Italia all'euro digitale
Guardando a tematiche più nazionali, la priorità è "stabilizzare il sistema politico italiano: è quello che fa la riforma proposta in materia di premierato", ha affermato la premier. "Non potete immaginare quante volte mi è stato detto dalle mie controparti che fino a ieri era difficile stringere accordi seri e duraturi con l'Italia".
Sul versante economico, la presidente del Consiglio non si è detta contraria all'euro digitale, “purché non sia sostitutivo". La Svezia, ha spiegato, “una nazione che puntava a far sparire il contante, recentemente ha consigliato ai propri cittadini di mantenere una parte della propria ricchezza in contanti, perché nel tempo degli attacchi hacker dobbiamo anche sapere quali sono i rischi ai quali si va incontro se si sostituisce completamente la moneta contante".
Meloni critica il Manifesto di Ventotene. Bagarre in aula e seduta sospesa
Al termine dell'intervento della premier, ci sono state tensioni in aula. Alle opposizioni, e in particolare al Pd (come nel video qui sotto) non sono andate giù le citazioni del Manifesto di Ventotene, fatte dalla presidente del Consiglio che non ha fatto mancare critiche al testo. Già nel momento in cui la premier leggeva dei passi del testo, alcuni deputati del Partito democratico, in particolare Federico Fornaro e Peppe Provenzano, avevano iniziato a inveire contro Meloni. La situazione si è ulteriormente accesa quando la presidente del Consiglio ha detto: "Questa non è l'Europa che voglio".
Da una parte, i deputati della maggioranza, specialmente quelli di Fratelli d'Italia, si sono alzati in piedi per applaudire l'intervento di Meloni, dall'altra i deputati dem ancora sul piede di guerra, tanto che il presidente della Camera, Fontana, dopo vari tentativi di sedare gli animi, ha sospeso la seduta, invitando anche la maggioranza ad abbassare i toni. Alla ripresa, nuova bagarre. L'onorevole Fornaro ha detto più volte, rivolgendosi alla premier: "Vergogna". Nella stessa direzione anche le parole di Marco Grimaldi di Avs. Poi i toni si ulteriormente alzati, costringendo il presidente della Camera ha sospendere nuovamente la seduta.
Le comunicazioni di ieri
Ieri il Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza sugli impegni del governo al Consiglio europeo di giovedì e venerdì con 109 voti favorevoli, 69 contrari e 4 astensioni. La risoluzione si articola in 12 impegni, non cita il piano di riarmo varato dalla Commissione europea e ribadisce, fra l'altro, il sostegno all'Ucraina "per tutto il tempo necessario, fermo restando l'auspicio di una rapida conclusione dei negoziati di pace", l'impegno del governo a "una politica di difesa che rinforzi le capacità operative degli stati nazionali europei nel quadro dell'alleanza Nato" e rimarca la necessità di opporsi a eventuali proposte di tasse aggiuntive nel negoziato sul prossimo bilancio della Ue.



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