Ansa

Tra roma e bruxelles

Salvini attacca ancora il piano di riarmo di von der Leyen. Tajani: "Non abbiamo bisogno di sfasciacarozze"

Redazione

Nuove tensioni tra Lega e Forza Italia. Il Carroccio annuncia una piazza contro le armi e chiede che se ne discuta in Parlamento. Il leader di Forza Italia, favorevole a ReArm Eu: "Non rinunceremo mai alle nostre idee"

La tregua è durata giusto qualche giorno. Ci risiamo. La politica estera, il piano di riarmo e Ursula von der Leyen, torna a dividere Forza Italia e Lega. Matteo Salvini annuncia una piazza, insieme ai Patrioti europei, contro le armi e gli 800 miliardi messi in campo della Commissione europea. Antonio Tajani, da Firenze, ribatte: "Stiamo lavorando per far sì che l’Europa sia sempre più casa di tutti. Abbiamo bisogno di costruire, non di sfasciacarrozze per difendere gli interessi di mezzo miliardo di persone". 

Il leader forzista ha quindi rivendicato il ruolo del suo partito: "Forza Italia gode di ottima salute, siamo il terzo partito in Italia e la seconda forza del centrodestra, siamo leali con il governo, ma non rinunceremo mai alle nostre idee, non piegheremo la testa quando si tratta di difendere i nostri valori”. 

Tajani non ha chiamato direttamente in causa gli alleati di governo, non ha fatto nomi. Ma sembra chiaro il riferimento al Carroccio che ha passato tutto il weekend ad attaccare la presidente della Commissione Ue, "la tedesca", così come viene definita in una nota in cui la Lega annuncia di "proporre agli alleati dei Patrioti una iniziativa per invitare Ursula von der Leyen, a rivedere il progetto da 800 miliardi di euro per la difesa".  La Lega – si legge ancora nel comunicato – "auspica un ampio e approfondito dibattito in aula, dibattito che la tedesca von der Leyen vuole evitare a tutti i costi”.

E' grossomodo quanto chiesto anche dal M5s – in una ciclica corrispondenza d'intenti con tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini. Ma nel frattempo a rilanciare la polemica tra Carroccio e forzisti ci ha pensato questa mattina il senatore Claudio Borghi. "Forza Italia? E' il partito di von der Leyen", ha detto a Repubblica. Quindi la stoccata: "Berlusconi aveva una posizione sull’Europa molto più riflessiva e mai di acritica accettazione. Tajani mi pare che abbia un altro punto di vista rispetto a Berlusconi". 

A dividere FI e Lega, inoltre, non c'è solo il tema delle armi. Ma anche la posizione sui dazi d Trump, che per i leghisti potrebbero essere addirittura una opportunità. Forza Italia chiede invece una risposta europea e di sondare nuovi mercati. Non solo: venerdì scorso il Consiglio dei ministri ha varato una stretta sulla cittadinanza per chi ha un antenato nato in Italia. Una norma che FI da definito sacrosanta. Mentre la Lega, poche ore dopo l'approvazione in Cdm, è partita all'attacco: "Singolare che nel governo qualcuno abbia deciso di dare una stretta ai discendenti di chi è emigrato all'estero, in larga parte di origine veneta, lombarda, piemontese o friulana, e quindi di cultura cattolica, ma poi pensi di regalare la cittadinanza a giovani immigrati che spesso sono islamici. In aula saranno doverosi dei correttivi". 

 

Tensioni e divergenze che vanno ormai avanti da almeno una settimana. Ma che tuttavia non sembrano preoccupare più di tanto il ministro Tommaso Foti, che la spiega così: ''Esistono linguaggi e posizioni anche diverse in una coalizione, ma poi contano i fatti. E il centrodestra - ha detto il meloniano al Corriere - su questi non si è mai diviso, a differenza dell'opposizione". E a proposito del piano europeo di von der Leyen: "Quello che ci sarà da fare nel concreto è ancora da definire, non è che l'Europa dovrà per forza spendere 650 miliardi per il piano di 'riarmo', come era stato definito in modo infelice. Tant'è che ogni Stato potrà stabilire quanto investire sulla difesa''.

Di più su questi argomenti: