
(Ansa)
il caso
Il mondo al contrario di chi chiama "nazista" Liliana Segre
La senatrice a vita, sopravvissuta ai campi di sterminio nazista, è stata di nuovo vittima di insulti antisemiti sui social dopo il 25 aprile. La condanna della politica
L'odio social nei confronti di Liliana Segre continua. La senatrice a vita ha partecipato lo scorso 25 aprile alla commemorazione della Liberazione a Pesaro, città dove Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio nazista, è cittadina onoraria. In occasione dell'evento, l'europarlamentare Pd ed ex sindaco Matteo Ricci ha postato sui propri social una foto con la senatrice. Ed è proprio sotto questo post che si sono riversati i commenti, alcuni positivi, molti altri di odio. Frasi come "La più nazista di tutte" oppure "Vecchia il popolo italiano non ti vuole".
Altri commenti di questo tipo sono arrivati anche sulla pagina dell'attuale sindaco di Pesaro, Andrea Biancani, e su quella del comune. Per esempio: "Il lavoro rende liberi ma questa è rimasta schiava di Netanyahu", oppure, "Invece di invitare lei potevate invitare chi racconta le sue disavventure senza rubarci lo stipendio da senatrice a vita". In risposta, le parole del sindaco sono state chiare: "Sono parole gravi che andrebbero perseguite dalla giustizia. Pesaro è con lei e bene, benissimo, abbiamo fatto a darle la cittadinanza onoraria".
Non è la prima volta che la senatrice a vita Segre riceve questo tipo di aggressioni verbali. Recentemente, per l'uscita del documentario "Liliana", il figlio di Segre, l'avvocato Luciano Belli Paci, aveva annunciato che lei, stanca di questo rigurgito di antisemitismo, avrebbe ridotto la partecipazione a eventi pubblici, ma che comunque non si sarebbe sottratta dall'impegno della testimonianza degli orrori del nazismo. Oggi Belli Paci fa sapere che valuterà nuove denunce per diffamazione e odio razziale, ampliando un fascicolo già consistente alla Procura di Milano.
Tre mesi fa si era chiuso un primo blocco di indagini con il rinvio a giudizio di 12 persone. Il gip di Milano, Alberto Caroni, ha respinto la richiesta di archiviazione per 17 indagati per insulti nazisti contro una senatrice sopravvissuta alla Shoah, ordinando il rinvio a giudizio per sette persone e nuove indagini su altre nove. Inoltre, ha chiesto di identificare 86 profili social legati agli insulti. L'avvocato della senatrice aveva documentato 246 account coinvolti nelle offese. "Accusare di nazismo una reduce dai campi di sterminio integra di per se la diffamazione ed è uno sfregio alla verità oggettiva" ha dichiarato il gip di Milano. "La più infamante delle offese per la reputazione di chi ha speso la propria vita per testimoniare gli orrori del regime e per coltivare la memoria dell'olocausto".
Sono arrivate all'unanimità le parole di sostegno a Liliana Segre da parte della politica. "Nel ribadire con assoluta fermezza la mia totale condanna per qualunque atto di antisemitismo, esprimo solidarietà mia personale e del Senato della Repubblica alla senatrice Liliana Segre, vittima di vergognosi insulti sulla pagina social del comune di Pesaro", ha scritto il presidente del Senato Ignazio La Russa. Solidarietà è arrivata anche dal presidente della Camera Lorenzo Fontana.
A destra la posizione è chiara. Il presidente dei senatori di Fratelli d'Italia, Lucio Malan, ha chiesto di punire i responsabili. La Lega ha puntato il dito a sinistra. "L'odio, la rabbia e la violenza che ribollono nelle viscere della sinistra sono spaventosi", è la dichiarazione del vicesegretario della Lega Andrea Crippa. "In Italia e in Europa non ci può più essere spazio per l’odio razziale. Ma ci sono ancora troppi cattivi maestri che ispirano atteggiamenti e violenze assolutamente inaccettabili", ha detto invece il leader di Forza Italia, Antonio Tajani.
Anche il partito democratico "sta con Liliana Segre, che continua a essere faro ed esempio contro l'odio e l'indifferenza, che hanno portato alle pagine più buie della nostra storia", ha detto la segretaria Elly Schlein. "Vicinanza e solidarietà" anche dal leader di Azione Carlo Calenda che ha parlato di "insulti e attacchi vergognosi". Per il Movimento 5 stelle "chi offende Segre offende i valori democratici".