Liliana Segre (Ansa)

Editoriali

L'antifascismo spiegato con il caso Segre

Redazione

I  troll che hanno insultato Segre sul 25 aprile sono il riflesso di una sinistra tossica. Oltre alla più netta dissociazione servirebbe una vera e propria battaglia politica, non episodica e non limitata a dichiarazioni occasionali

La gragnola di ignobili insulti rivolti a Liliana Segre sui social dopo la sua partecipazione alle celebrazioni del 25 aprile a Pesaro è stata condannata unanimemente da tutto l’arco politico. Bene, ma dalla sinistra, nel cui ambito nasce questa incredibile idea di accusare di nazismo una vittima dei lager sarebbe lecito attendersi qualcosa di più del riconoscimento del valore esemplare della vita e dall’attività della senatrice a vita. Ci si deve chiedere perché tali assurdità possano trovare seguito, che cosa c’è nella campagna (di per se ovviamente legittima) di agitazione dell’antifascismo di abbastanza ambiguo da consentire di confondere una perseguitata con i persecutori. Non si tratta di “compagni che sbagliano”, ma di un fenomeno pericoloso e preoccupante, soprattutto per chi intende preservare il valore morale dell’antifascismo.

 

Oltre alla più netta dissociazione, che non è mancata, servirebbe una vera e propria battaglia politica, non episodica e non limitata a dichiarazioni occasionali. Con queste persone bisogna parlare, confrontarsi, litigare, perché le loro folli insinuazioni devono essere espulse dal dizionario della sinistra, altre che da quello della democrazia. Se non si combattono fino a distruggerle le tendenze fanatiche che col pretesto del sostegno al popolo palestinese esprimono un fondamentalismo razzista antisemita si permette di circolare a un veleno letale che può intossicare gli animi soprattutto sinistra.

 

Che possa esistere un antisemitismo a sinistra non è una novità: già Karl Marx lo definiva “il socialismo degli imbecilli” e si vede che la madre degli imbecilli è sempre incinta. Proprio per questo è lecito attendersi qualcosa di più della distinzione e della condanna formale di queste posizioni proprio da parte della sinistra, al di là delle posizioni sulla politica israeliana, sulla quale peraltro proprio Liliana Segre non è stata insensibile alle preoccupazioni umanitarie. Si dirà che il manipolo degli imbecilli è ristretto, il che speriamo sia vero, ma se non viene contrastato apertamente e direttamente, rischia di espandersi, con effetti deleteri per tutti.

Di più su questi argomenti: