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I giornalisti tv e i rischi della legittimazione spensierata

Redazione

Negli ultimi mesi CasaPound ha puntato a istituzionalizzarsi, a tranquillizzare, a mascherarsi. Tutto per queste elezioni che domenica, a Ostia, rinnoveranno il X municipio

Dall’edizione cartacea del Primato nazionale, la loro nuova rivista mensile, agli incontri con i giornalisti televisivi che nelle ultime settimane si sono prestati, con spensieratezza, a dargli una patina di pulizia, Enrico Mentana, Corrado Formigli, Nicola Porro e David Parenzo. Negli ultimi mesi CasaPound ha puntato a istituzionalizzarsi, a tranquillizzare, a mascherarsi. Tutto per queste elezioni che domenica, a Ostia, rinnoveranno il X municipio, quello che fu sciolto per infiltrazioni mafiose. I sondaggi danno i neo fascisti al 10 per cento. Alcuni istituti persino al 13, come racconta, intervistata nell’articolo qui sopra, Federica Angeli, la giornalista di Repubblica che ha rivelato i rapporti tra CasaPound e i clan della malavita di Ostia. Il 13 per cento, dunque. Tantissimo. A un’incollatura da un Pd sbandato, e in crisi apparentemente irreversibile.

 

“Puntiamo al ballottaggio”, dice il candidato di CasaPound alla presidenza del X municipio, Luca Marsella. Ma se questo rimane, ancora, per ora, un obiettivo irraggiungibile, è però certamente vero che questo gruppo politico sarà fondamentale per determinare la vittoria al ballottaggio che, con tutta probabilità, sarà tra la candidata del Movimento cinque stelle, Giuliana Di Pillo, e la candidata della Lega-Fratelli d’Italia, Monica Picca. Sia il M5s sia il centrodestra hanno già cominciato timide, soffuse, imbarazzate manovre di avvicinamento a CasaPound. Tutti li disprezzano, ma tutti li vogliono. Qualche settimana fa su questo giornale, il capogruppo del M5s in Campidoglio, Paolo Ferrara, raccontava: “Vedrete che i voti di CasaPound ce li prendiamo noi”. Qui sotto, nell’intervista, la candidata di Salvini e Meloni, Monica Picca, fa lo stesso tipo di ragionamento. 

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