Editoriali
Il Papa: “Chi invade è la Russia, è chiaro”
Per la prima volta Francesco fa “nomi e cognomi”. La reazione di Mosca è furente
"In genere, i più crudeli sono forse quelli che sono della Russia ma non sono della tradizione russa, come i ceceni, i buriati e così via. Certamente, chi invade è lo stato russo. Questo è molto chiaro. Cerco di non specificare (l’aggressore, ndr) per non offendere, anche se è risaputo chi sto condannando. Non è necessario fare nomi e cognomi”. Per la prima volta, il Papa dice esplicitamente che ad aver scatenato la guerra è stata la Russia. Finora, per prudenza diplomatica, aveva condannato l’aggressione “disumana” senza però fare appunto “nomi e cognomi”. Stavolta, intervistato da America magazine, l’ha fatto. E come prevedibile, a Mosca ciò non è passato inosservato.
La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, è andata giù pesante: “Non si tratta più di russofobia, questa è una perversione della verità di non so neppure quale livello”. Nel frattempo, riferisce Aiuto alla Chiesa che soffre, due sacerdoti cattolici attivi a Berdyansk (sud-est dell’Ucraina) sono stati arrestati dai russi, che li hanno accusati di “terrorismo”. Il quadro – già complesso – sta dunque precipitando, rendendo sempre più simile a un’utopia l’eventuale mediazione della Santa Sede nel conflitto in corso. Eppure, proprio questa mattina, dal Cremlino si era mostrata disponibilità ad accettare che fosse il Vaticano a intestarsi un’azione diplomatica per fermare le ostilità, benché tale consenso fosse seguito dalla constatazione che “sono gli ucraini a non volerlo”. Tesi, peraltro, tutta da dimostrare. Domenica era stato il segretario per i Rapporti con gli stati, mons. Paul Richard Gallagher, a ribadire che la Segreteria di stato è sempre pronta a facilitare colloqui finalizzati a porre fine alla guerra. Dopo una presa di posizione così esplicita da parte di Francesco, Mosca ha ora il pretesto per rifiutare la mano tesa dal Vaticano. Per la gioia anche di buona parte del clero ortodosso più nazionalista.