Editoriali
Il fronte rossobruno italiano fa successo in Russia
Sandro Teti pubblica un libro con gli articoli di quel fronte che si definisce “pacifista”: da Canfora a Capuozzo a Monio Ovadia, che si dice "molto critico nei confronti di Zelesnky". La notizia rimbalza sulla Tass. La riproposizione della linea Lavrov che mette in imbarazzo persino Putin
In Russia c’è un celebre propagandista putiniano, Vladimir Solovyov, invitato molte volte anche dalle tv italiane, che conduce un talk show in cui ripetutamente si invita allo sterminio degli ucraini, a cancellare dalla faccia della terra città come Kyiv e Kharkiv, a sganciare l’atomica sulle capitali occidentali, etc. È nello show di questa specie di Goebbels di Putin che l’editore italiano Sandro Teti ha presentato un libro appena pubblicato in Italia sull’Ucraina con articoli di autori come Luciano Canfora, Moni Ovadia, Franco Cardini, Toni Capuozzo, Fabio Mini.
Insomma, gli esponenti più rappresentativi di quel fronte che si definisce “pacifista”, ma che in realtà per sintesi potremmo definire rossobruno (anche perché i pacifisti avrebbero qualche imbarazzo farsi elogiare da un propagandista di guerra come Solovyov). È insomma la propaganda di guerra russa che rimbalza tra Roma e Mosca. Alla presentazione del libro in Italia, invece, ha dato ampio risalto la Tass, l’agenzia di stampa di stato russa, che ha intervistato Teti. In un passaggio l’editore filorusso dice che nel suo libro c’è un intervento di Monio Ovadia “molto critico nei confronti del presidente Volodymyr Zelensky, che considera un ebreo antisemita, perché ha riabilitato criminali di guerra come Bandera, Petljura”.
Innanzitutto è improprio il paragone tra Bandera, nazionalista antisemita ucraino, e la figura più complessa del socialdemocratico Petljura. In ogni caso, non capisce in che modo e in quale circostanza l’ebreo ucraino Zelensky abbia “riabilitato” l’antisemitismo e i crimini di guerra contro gli ebrei. È la riproposizione della narrazione propagandista, prima sovietica e poi putiniana, che battezza come “nazista” qualsiasi nemico. Si tratta in sostanza della linea Lavrov, espressa dal ministro degli Esteri russo proprio in una tv italiana, che su Zelensky ha evocato “l’antisemitismo degli ebrei”. Una linea che ha messo in imbarazzo persino Vladimir Putin, ma non i sedicenti “pacifisti” italiani.