editoriali
Il World Press Photo all'immagine simbolo del massacro di Mariupol
Gli orrori di Putin, svelati da un foto, L’ha scattata Evgeniy Maloletka, il fotoreporter ucraino che ha raccontato per Associated Press, l’assedio dei russi alla città, il 9 marzo del 2022
Secondo la giuria del World Press Photo, questa immagine “cattura l’assurdità e l’orrore della guerra” ed è “una rappresentazione accurata degli eventi dell’anno scorso e una prova dei crimini di guerra commessi contro i civili ucraini da parte delle forze russe”. L’ha scattata Evgeniy Maloletka, il fotoreporter ucraino che ha raccontato attraverso le immagini, per Associated Press, l’assedio dei russi alla città di Mariupol, il 9 marzo del 2022. Una ragazza di trentadue anni, Irina Kalinina, incinta di suo figlio Miron, viene portata via in barella dall’ospedale ginecologico appena colpito da un missile russo. Morirà per le ferite riportate poco dopo, e così suo figlio, nato morto.
Questa fotografia, che ha vinto quest’anno il World Press Photo, non ha solo la potenza di raccontare il dramma della guerra e dei crimini di Putin. E’ anche il simbolo della mistificazione dell’informazione che per mesi ha accompagnato quelle immagini terrificanti. Per i troll russi, e i suoi sostenitori, l’immagine di Irina era un falso, una prova d’attrice, tutto costruito per mostrificare l’intento salvifico dell’“operazione speciale” russa. La propaganda russa si era addirittura spinta a intervistare Marianna Vishegirskaya, modella incinta e vittima di quello stesso bombardamento, per dimostrare che fosse stata lì per una messa in scena. Anche in Italia c’era chi diceva che i missili russi sull’ospedale pediatrico non c’erano mai stati, così come il massacro nel teatro di Mariupol e poi i crimini di Bucha, avvenuti qualche tempo dopo.