Indagati per omicidio colposo i genitori della giovane che rifiutò la chemio
Eleonora Bottaro, secondo la procura, sarebbe stata indotta dalla famiglia a rifiutare le cure, che secondo i medici ha probabilità di successo in quattro casi su cinque
La procura di Padova ha indagato per omicidio colposo aggravato dalla “previsione dell'evento” i genitori di Eleonora Bottaro, la giovane di Bagnoli, in provincia di Padova, morta lo scorso agosto a soli 18 anni dopo aver rifiutato le cure chemioterapiche. La ragazza si era ammalata ancora minorenne e per questo il caso finì anche al tribunale dei minori di Venezia. Secondo un dossier di sei pagine redatto dal comitato etico per la pratica clinica pediatrica dell’Azienda ospedaliera di Padova, la famiglia preferiva cure alternative, in particolare la cosiddetta Nuova medicina germanica di Hamer, secondo il quale le malattie insorgerebbero dopo conflitti psichici, e non sarebbero da curare con i farmaci. L’avvocato della famiglia aveva già respinto queste accuse a settembre. "Tanto accanimento verso i genitori di Eleonora assolutamente non è giustificato – spiegava all'Adnkronos Gian Mario Balduin – loro hanno cercato di aiutare e sostenere la volontà della figlia e si sono sempre attenuti alle decisioni del Tribunale dei minorenni di Venezia e del tutore, il professor Benciolini, un medico legale che l'ha seguita amorevolmente. Per cui non capisco quale reato possano aver commesso".
Eleonora fu trasferita all'Ospedale regionale di Bellinzona e Valli, in Svizzera. Il medico curante, Pierluigi Brazzola, specializzato in emato-oncologia e caposervizio di Pediatria, ha spiegato al Giornale che “i genitori hanno tentato la via della Svizzera solo per sottrarsi alla legislazione italiana che avrebbe potuto obbligarla a seguire le terapie, non essendo ancora maggiorenne”. Alla ragazza sarebbe stato somministrato solo cortisone, visto il suo rifiuto di sottoporsi alla chemio. L'ospedale di Bellinzona "non ha mai praticato il metodo Hammer, una pratica alternativa senza fondamento scientifico”, sottolineano dalla struttura. “Purtroppo - aggiungono -, malgrado tutti i nostri sforzi, sia la paziente che i genitori hanno continuato a rifiutare qualsiasi terapia chemioterapica. Questo tipo di cura oggi è in grado di offrire una possibilità di guarigione definitiva a lungo termine nella misura dell'80-85% dei casi”.
Ora la procura, in un comunicato a firma del procuratore capo Matteo Stuccilli, sottolinea che i genitori, "violando l'obbligo di tutela insito nella potestà genitoriale, da un lato si opponevano alla terapia chemioterapica, osteggiata fin dal primo intervento medico, dall'altro ingeneravano nella figlia Eleonora una falsa rappresentazione della realtà sia in ordine alla gravità e mortalità della patologia da cui era affetta, una leucemia linfoblastica acuta, sia con riferimento alla idoneità e adeguatezza curativa soltanto dei rimedi da essi proposti, privi di qualsiasi validità scientifica". "In tal modo inducevano in Eleonora il falso convincimento che la terapia chemioterapica fosse non necessaria e addirittura nociva e interferivano in ogni scelta medica", spiega il procuratore capo di Padova.
Nelle sei pagine del documento redatto dal comitato etico – acquisito dalla procura – si legge che Eleonora appariva “immatura dal punto di vista psicologico e pesantemente condizionata dai genitori. Non sembra essere pienamente consapevole della gravità della patologia e dell’urgenza di intervenire con una terapia adeguata”.
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