Vaccini e conflitto con la logica
Campagne denigratorie in un paese contagiato dal cospirazionismo
In Senato è partito l’esame del decreto vaccini e la discussione pubblica è degenerata ai livelli di un paese sottosviluppato, di quelli dove le scarse vaccinazioni sono un’emergenza. Il pensiero anti scientifico e cospirazionista la fa da padrone. Il Fatto quotidiano di ieri, con toni che non usa più neppure il blog di Beppe Grillo, titolava in prima pagina: “Gli Usa scelsero l’Italia come cavia per la grande crociata sui vaccini”. La tesi è che in un incontro del 2014 alla Casa Bianca, con un piano preordinato, siano state gettate le basi per imporre i vaccini obbligatori. Si tratta evidentemente di un’idiozia: l’Italia venne scelta come paese capofila per le strategie vaccinali a livello mondiale, un titolo di merito, ma non c’entra nulla con la gestione dell’emergenza morbillo, che sarebbe esplosa tre anni dopo. Soprattutto non è vero che l’Italia è stata scelta dagli Usa come “cavia”, visto che già nel 2015 la California ha approvato (con risultati positivi) una legge per i vaccini obbligatori. Le post verità sono arricchite da una campagna con attacchi personali, come quello sferrato da Mdp (e ripreso dal Fatto) contro il presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi, accusato di conflitto d’interessi per il finanziamento da parte di una multinazionale alla sua ex università. Ricciardi, consulente del governo, sarebbe quindi a favore dell’obbligatorietà dei vaccini per favorire Big Pharma. Ma è una tesi che non sta in piedi oltre che contraddittoria. Perché se a parole l’aumento delle coperture vaccinali è l’obiettivo di tutti, anche di chi dice di preferire l’approccio volontario a quello obbligatorio, l’interesse delle case farmaceutiche coincide con l’interesse collettivo: aumentare le vaccinazioni. Non è un problema di conflitto d’interessi, ma di conflitto con la logica.
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