Scade il termine per mettersi in regola con i vaccini. Com'è la situazione, regione per regione
Per l'Iss la copertura vaccinale supera il 95 per cento: vittoria del decreto Lorenzin
Scadeva oggi, 10 marzo, il termine per mettersi in regola con la legge sull'obbligo vaccinale. La norma firmata dal ministro Lorenzin prevede infatti che i genitori che hanno presentato le autocertificazioni prima dell'inizio dell'anno scolastico dovessero consegnare i documenti “comprovanti l'avvenuta vaccinazione”, pena una multa per i genitori e l'esclusione da nidi e asili per i bambini. Un'esclusione che, per i minori sotto i sei anni, scatta già da lunedì prossimo, ha spiegato Licia Cianfriglia, responsabile delle relazioni istituzionali dell’Associazione nazionale presidi. "Ricordo poi che le regioni che hanno istituito una anagrafe vaccinale completeranno gli iter burocratici entro il 30 marzo".
Secondo Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Iss, i numeri dimostrano che “le vaccinazioni sono aumentate e questo era l'obiettivo del decreto, non punire i genitori inadempienti. Per l'esavalente siamo sopra il 95 per cento dei bimbi vaccinati, quindi la soglia fatidica che permette l'immunità di gregge è stata raggiunta. E per il morbillo abbiamo avuto una crescita di circa il 6 per cento: anche in questo caso ci avviciniamo a quella soglia“.
Regioni con procedura semplificata
Alcune Regioni dotate di anagrafe vaccinale informatizzata hanno avuto la possibilità di anticipare anche quest'anno la procedura semplificata prevista dalla legge a partire dall'anno scolastico 2019/2020 che consente lo scambio diretto di dati tra Asl e scuole. Hanno aderito alla procedura per l'anno scolastico Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Toscana, Marche, Trentino Alto Adige, Liguria, Lazio, Valle d'Aosta e Sicilia.
Com’è la situazione nei diversi comuni e regioni
Lombardia
L’assessore regionale Giulio Gallera chiariva ieri a Quotidiano Sanità che “al 31 dicembre 2017 erano 31.417 su 184.398 pari a una media del 17,04 per cento, i soggetti inadempienti che sono stati sottoposti alla vaccinazione prevista dalla legge sull’obbligatorietà, per una o più dosi mancanti, appartenenti alle 15 coorti di nascita (2001/2015) che contano una popolazione complessiva di 1.409.500 che frequentano gli asili nido, scuole materne, elementari, primarie e Secondarie di 1° e 2° grado, fino ai 16 anni. Dei 49.815 che appartengono alla fascia d’età da 0 a 6 anni, è stato invece vaccinato più del 30 per cento”.
Milano
A Milano, su 33 mila iscritti nelle materne e nidi del circuito comunale, sono dieci i minori per i quali non è stata ancora presentata la documentazione, dicono al Foglio dall’ufficio stampa del Portavoce del sindaco. Ma se per sei di questi le verifiche sono considerate ancora in corso perché assenti da scuola per malattia. Solo a quattro bambini oggi non è stato consentito l'accesso nelle strutture. I minori in questione si sono presentati stamattina all'orario di apertura delle scuole e sono stati effettivamente rimandati a casa, senza particolari contestazioni da parte dei genitori, secondo quanto riferisce Palazzo Marino. Il Comune di Milano considerava nella fascia 0-6 circa 40 casi “problematici”: bambini per i quali era stata presentata un'autocertificazione, non seguita poi dai certificati necessari per attestare le vaccinazioni. Il Comune precisa che i posti per questi bambini senza documentazione sui vaccini restano bloccati: se si presenteranno nei prossimi giorni o mesi con i certificati, verranno riammessi con effetto immediato.
Lazio
Il Lazio è in linea con i numeri a livello nazionale. Il capo della cabina di regia sulla sanità laziale, Alessio D'Amato, ha spiegato questa mattina che secondo “i dati che abbiamo”, è stato raggiunto “il 97 per cento di copertura per la fascia 0-6 anni. Ad esempio, nel Lazio ci sono oltre 46 mila bambini che hanno dai 2 ai 3 anni. E in quella fascia di età le famiglie che hanno rifiutato le vaccinazioni sono circa 30 unità. Stiamo parlando di numeri minimi rispetto alla platea totale che invece ha aderito alla campagna vaccinale”.
L’ufficio dell’assessore alla Persona, Scuola e Comunità solidale, Laura Baldassarre, conferma al Foglio che "per ora non risultano casi di bambini allontanati" e ricorda che comunque “la data del 10 marzo per il Lazio non è uno spartiacque. C’è ancora un periodo per mettersi in regola”. Il termine del 10 marzo non valeva infatti per Veneto e Lazio, regioni in cui sono state istituite delle anagrafi vaccinali che consentono una "procedura semplificata" in cui sono le Asl e i servizi scolastici a parlarsi senza che i genitori debbano preventivamente consegnare la documentazione. Entro oggi le Asl consegneranno alle scuole gli elenchi con i bambini non in regola ed entro il 20 marzo i dirigenti chiederanno alle famiglie di mettersi in regola al massimo in dieci giorni, oltre i quali scatteranno le sanzioni.
Il presidente dell'Associazione presidi del Lazio, Mario Rusconi, aggiunge: "Oggi scadeva solo il termine per quei genitori che già a settembre avevano detto che si impegnavano a vaccinare i propri figli o magari avevano ricevuto appuntamenti a lungo termine per farlo. Il problema è solo con i cosiddetti no-vax, calcolati in 30 mila in tutta Italia. A settembre i loro figli all'asilo non sono stati proprio ammessi, generando alcune cause. Mentre per i bambini non vaccinati dalle elementari in su, viste le regole, è probabile che i genitori al termine delle verifiche ricevano la sanzione economica prevista per legge".
Roma
L'Associazione nazionale presidi di Roma, per ora, non ha ricevuto nessuna segnalazione di divieto a bimbi non vaccinati di entrare a scuola. Molti i genitori che hanno presentato tutta la documentazione relativa alle vaccinazioni dei propri figli a settembre. In caso di documentazione mancante, comunque, i presidi non potranno evitare di segnalare i casi alle Asl. Rimane da capire come sarà applicata la normativa: nidi e materne, per i quali la legge prevede l’allontanamento, sono gestiti dal Comune e il sindaco di Roma Virginia Raggi, a suo tempo, aveva stabilito che non avrebbe allontanato i non vaccinati.
Abruzzo
Quattro bambini non sono stati ammessi nell'Istituto comprensivo “Serafini-Di Stefano” di Sulmona perché non in regola con le nuove disposizioni. La decisione è stata presa dalla dirigente scolastica che ha invitato le famiglie a provvedere immediatamente: per due casi si sarebbe trattato di un ritardo burocratico che già da domani dovrebbe essere risolto. I genitori di altri due bambini si sono invece rifiutati di vaccinare i figli. Per l'assessore alla Sanità, Silvio Paolucci, in Abruzzo non c'è nessun caos né rischi per la salute perché, stando ai dati della Regione, oltre 9 bimbi su 10 dovrebbero risultare in regola. "Nei prossimi giorni avremo una graduale normalizzazione che permetterà di individuare chi e quanti sono i bambini i cui genitori hanno deliberatamente scelto di non sottoporre i loro figli a vaccinazione. Devo comunque ipotizzare che chi non ha consegnato entro oggi i documenti non abbia intenzione di far vaccinare il proprio figlio".
Basilicata
Nessuna segnalazione o protesta da parte di genitori è arrivata all'Ufficio scolastico regionale della Basilicata. Nella regione
la percentuale di bambini vaccinati sotto i 6 anni è del 98 per cento. L'assessore alla Salute, Flavia Franconi, fa sapere che "al momento non ci sarebbero casi, anche se continuano le verifiche".
Calabria
Fino a ieri, secondo la stampa locale, dai dipartimenti di prevenzione delle cinque Aziende sanitarie provinciali calabresinon si evidenziavano particolari criticità in vista della scadenza. Saranno le Aziende sanitarie provinciali a comunicare ai singoli istituti i nomi di eventuali bambini non in regola con le vaccinazioni: l'accordo siglato tra regione Calabria e Ufficio scolastico regionale ha infatti semplificato il rapporto tra istituzioni, facilitando anche la verifica sui vaccini. Un quadro completo della situazione
si avrà soltanto nelle prossime ore. Dalle prime verifiche, comunque, non emergerebbero particolari criticità, per cui si attendono le comunicazioni definitive prima di tracciare un bilancio vero e proprio.
Campania
Vaccini: proroga in Campania fino al 30 marzo
Con la proroga decisa da ministero della Salute, in Campania sarà tempo fino al 30 marzo per vaccinare i propri bambini. Secondo i dati a disposizione del ministero a Napoli è vaccinato il 75 per cento della popolazione scolastica. Le province più virtuose sono quelle di Avellino e Benevento con il 95 per cento ed il 93 per cento. Caserta è ferma al 70 per cento. L'edizione campana di Repubblica segnala il caso dell'Istituto comprensivo Scura-D'Aosta: su 898 alunni tra materna, primaria e secondaria di primo grado, sono 301 i bambini e i ragazzi che, dopo aver presentato l'autocertificazione, non si sono messi in regola consegnando i documenti dell'effettuata vaccinazione o prenotazione.
Emilia Romagna
Nessuna particolare criticità, in Emilia Romagna: i percorsi di recupero dei bambini e dei ragazzi non ancora in regola stanno andando avanti sulla base della programmazione definita dalle Asl. Nella regione, a fine 2017, la copertura vaccinale contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B ha toccato il 97,1 per cento. In generale la scadenza del 10 marzo fissata dalla legge nazionale non rappresenta la data entro cui avere adempiuto agli obblighi previsti né tanto meno, ha chiarito la Regione, quella per interrompere la frequenza. Sul territorio infatti tutti i minori fino a 16 anni che risultavano non in regola con il calendario vaccinale (anche solo per un richiamo di uno dei dieci vaccini obbligatori), sono già in carico alle Ausl che provvederanno ad inviare la lettera con l'appuntamento fissato. La scadenza del 10 marzo, dunque, ha riguardato solo coloro che a inizio anno scolastico avevano presentato un'autocertificazione. Soltanto questi genitori hanno dovuto esibire a scuola il certificato vaccinale o la lettera con l'appuntamento rilasciati dall'Ausl. La Regione ha consentito di semplificare da subito le incombenze a carico dei genitori: sia per i servizi educativi sia per le scuole dell'obbligo, sono state compiute direttamente le verifiche sullo stato vaccinale degli alunni, attraverso lo scambio di elenchi tra scuole e Ausl, e poi sono state inviate a casa le lettere con l'appuntamento per i bambini che risultavano non in regola. Per le scuole d'infanzia (materne) sono stati inviati direttamente a casa sia i certificati vaccinali che le lettere con l'appuntamento. Uno scambio di dati che ha permesso alla stragrande maggioranza dei genitori di non consegnare alcun documento, o al massimo la lettera dell'appuntamento.
Bologna
Per quanto riguarda Bologna nella fascia di età tra i 0 e i 6 anni risultano ancora 1.900 i minori non in regola. A queste famiglie è stata inviata una raccomandata dove è stato fissato un appuntamento per la vaccinazione nel periodo compreso tra il 2 maggio e il 29 giugno. Solo in seguito (nel caso di mancata vaccinazione) scatterà una diffida con il rischio di inadempienza e quindi di un'eventuale esclusione da asili e scuole per l'anno scolastico 2018-19. Nel capoluogo e in provincia, nella fascia tra i 6 e i 16 anni risultano 3.540 gli studenti che non si sono ancora presentati al primo invito.
Liguria
In Liguria, tra le Regioni virtuose dotate di anagrafe vaccinale informatizzata, si è optato fin dallo scorso anno per un approccio che minimizzasse il più possibile gli adempimenti a carico delle famiglie. Chi doveva produrre la documentazione entro oggi erano quindi solo le famiglie che avevano presentato a settembre un'autocertificazione: in Liguria si tratta di un numero molto esiguo se non nullo, secondo quanto comunicato dalla regione e riportato dalla stampa locale.
Marche
Poco meno dell'8 per cento delle famiglie marchigiane non sono in regola con i vaccini. Su una popolazione di 226.735 bambini e ragazzi dai 0 ai 16 anni, al 31 dicembre 2017 risultavano inadempienti per quanto riguarda difterite, tetano e pertosse (Dtp) il 6,1 per cento del totale pari a 13.941 unità, e per morbillo rosolia ed epatite (Mpr) il 7,8 per cento pari a 17.734 unità.
Piemonte
Secondo le verifiche effettuate nei giorni scorsi dalle Asl, circa 40mila bambini e ragazzi in tutta la regione non sarebbero in regola con le vaccinazioni. In Piemonte, tuttavia, le famiglie avranno tempo fino al 30 marzo per completare le procedure. La proroga è stata decisa dai ministeri della Salute e dell'Istruzione, poiché il Piemonte rientra fra le regioni virtuose perché dotato di anagrafe vaccinale.
Puglia
In Puglia sono circa 5 mila i bambini nella fascia d'età tra zero sei anni che non hanno fatto la vaccinazione esavalente e che, in assenza di un giustificato motivo, non possono, da oggi, avere accesso nelle aule. Ma dai dati, aggiornati alla fine di febbraio e forniti dal Dipartimento Salute della regione emerge anche che, in ambito regionale, il 95 per cento dei bambini risulta vaccinato. Il 92 per cento dei circa 200 mila bimbi pugliesi è stato sottoposto alla profilassi anti-morbillo. Un tale livello di vaccinazioni non si raggiungeva da tempo in Puglia: negli ultimi 10 anni si era toccato un massimo dell'85 per cento di vaccinazioni. Le autorità regionali hanno spiegato che, fra i 5 mila bambini non vaccinati, c'è chi potrebbe essere esonerato dall'obbligo della vaccinazione per motivi di salute, anche se in questo caso occorrerà munirsi di apposite certificazioni.
Sardegna
Alcune decine di alunni della scuola dell'Infanzia, bambini dai tre ai sei anni, sono stati rimandati a casa dal dirigente scolastico perché privi delle autorizzazioni Asl sui vaccini, spiega il direttore scolastico provinciale di Cagliari, Luca Cancelliere, che spiega all'Ansa: È "impossibile quantificare esattamente il numero ma le segnalazioni che ci giungono dai dirigenti scolastici sono tante". A Elmas, comune all'ingresso di Cagliari, i bambini senza autorizzazione sino ai giorni scorsi erano quaranta. "Ma ora sono passati a sedici", precisa il sindaco Antonio Ena.
Sicilia
In tre mesi, da settembre a dicembre, sono stati 39.565 i ritardatari corsi nei centri vaccinazione per effetto del decreto, ma altri 125.145 risultavano ancora fuori legge. La circolare del ministero che introduce la procedura semplificata per le regioni dotate dell’anagrafe vaccinale, esentando le famiglie dal presentare la documentazione, è arrivata il 28 febbraio, a dieci giorni dalla scadenza.
Toscana
“Dal 7 giugno 2017 al 28 febbraio 2018 in Toscana sono stati 38.296 i bambini e ragazzi (0-16 anni) che si sono messi in regola con le vaccinazioni obbligatorie: di questi, 19.493 nella fascia di età 0-6”, ha dichiarato il sottosegretario del Miur Gabriele Toccafondi. “In Toscana risultano, al 28 febbraio 2018, 13.434 i bambini ovvero circa il 6 per cento del totale, nella fascia di età 0-6 anni, che ancora non sono vaccinati, le famiglie di questi ultimi hanno ancora la possibilità di fornire la documentazione dell'avvenuta vaccinazione prima che i ragazzi siano sospesi dal servizio. Mi auguro che chi ancora non ha vaccinato i propri figli lo faccia quanto prima senza seguire apprendisti stregoni". Toccafondi ha aggiunto che “il tema dei vaccini obbligatori ha visto posizioni ambigue in campagna elettorale. Adesso che la campagna è finita è bene dire come si vuole proseguire, a partire da chi ha vinto”.
Umbria
"Nei primi mesi del 2018 in Umbria si registra un notevole recupero nelle vaccinazioni", comunica l'assessorato regionale alla Salute guidato da Luca Barberini. Se negli ultimi anni nella regione è stato registrato un progressivo calo delle vaccinazioni, minore del resto d'Italia ma comunque in linea con il fenomeno, oggi "la copertura vaccinale per i bambini nati dal 2011 al 2014 ha superato la soglia di sicurezza del 95 per cento, come raccomandato dall'Organizzazione mondiale della sanità". I numeri più recenti, elaborati sui bambini di due anni e aggiornati al 31 dicembre, parlano di un incremento notevole delle coperture del vaccino Trivalente (morbillo, parotite e rosolia), che arriva a toccare quota più 6,9 per cento per i nati nel 2013 e di un incremento più modesto per l'Esavalente (Polio, difterite, tetano, pertosse, epatite b, emofilo). Solo nei prossimi giorni, ultimata l'elaborazione da parte degli uffici preposti, arriveranno i dati aggiornati al 10 marzo - data di scadenza per l'invio della documentazione richiesta per i genitori che hanno presentato la dichiarazione sostitutiva entro il 10 settembre o il 31 ottobre - ma la situazione non sembra tale da destare preoccupazioni.
Veneto
Il Veneto è fra le regioni dotate di anagrafe vaccinale informatizzata e può quindi usufruire dello slittamento dal 10 marzo al 30 aprile del termine per presentare la documentazione in regola relativamente agli alunni da zero a 16 anni. Secondo gli ultimi dati elaborati dalla regione, che risalgono però a un mese fa, erano 8.500 i bimbi fra 1 e 6 anni che non avevano ancora iniziato il percorso vaccinale. Se si considera la fascia fino ai 16 anni il totale sale a 21 mila; ci sono poi 29.000 ragazzi fino a 16 anni che risultano inadempienti per la mancanza di una o più dosi del percorso vaccinale completo. “Tutti sono stati contattati, e richiamati in caso di mancata risposta, dal sistema sanitario territoriale regionale”, spiegano dalla Regione; in queste settimane potrebbero essere stati dunque recuperati altri ragazzi. In generale i minori tra 2 e 16 anni (circa 680.000 soggetti) hanno raggiunto il 95,5 per cento di copertura per 3 dosi di poliomielite, il 94,7 per cento di copertura per una dose di morbillo con una crescita “significativa” considerato che nel 2013 le adesioni erano all'87,1 per cento per il morbillo e al 91,3 per cento della polio.
Trentino Alto Adige
In Trentino i bambini non vaccinati per il momento vanno a scuola in attesa della conclusione degli accertamenti sui bambini non conformi all'obbligo vaccinale. Attualmente sono in corso le procedure secondo un programma di colloqui con i genitori e i tutori di minori che risultano non vaccinati. Al fine di garantire a tutti uniformità di trattamento, "eventuali provvedimenti saranno comunicati dall'amministrazione provinciale a tutti nello stesso momento e solo al termine dei passaggi formali in capo all'Azienda sanitaria". La giunta provinciale trentina ribadisce che, fino al termine degli accertamenti, è assicurata a tutti i bambini la regolare prosecuzione della frequenza nelle scuole dell'infanzia e nei servizi per la prima infanzia.
Cosa prevede la legge
Nel caso in cui il genitore/tutore/affidatario non presenti alla scuola la documentazione, l'esonero, l'omissione o il differimento il dirigente scolastico è tenuto a segnalare la violazione alla Asl entro dieci giorni. A questo punto la Asl contatta i genitori per un appuntamento e un colloquio informativo indicando le modalità e i tempi nei quali effettuare le vaccinazioni prescritte. Se i genitori non si presentano all'appuntamento oppure, a seguito del colloquio informativo, non provvedano a far somministrare il vaccino al bambino, l'Asl contesta formalmente l'inadempimento dell'obbligo e indica un termine ultimo. I genitori quindi possono ancora provvedere a far somministrare al minore il vaccino o la prima dose del ciclo vaccinale nel termine indicato dalla Asl all'atto della contestazione, a condizione che completino il ciclo vaccinale nel rispetto delle tempistiche stabilite dalla Asl stessa. Se neanche quest'ultima scadenza viene rispettata, scattano le sanzioni: per i bambini da 0 a 6 anni l'inadempienza rappresenta "motivo di esclusione dal servizio educativo", anche se l'uscita dall'aula in pieno anno scolastico non è stata ancora regolata a livello di procedure. Un "vuoto" nel quale si inserisce l'iniziativa dei presidi, che hanno scelto per la linea dura da subito. C’è poi una sanzione amministrativa, anche per i genitori di minori da 6 a 16 anni: da 100 a 500 euro, proporzionata alla gravità dell'inadempimento, ad esempio al numero di vaccinazioni omesse.
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