Fanno i No Vax coi figli degli altri
La retromarcia sull’obbligo non ha alcuna ragione plausibile, se non elettorale
Siccome, chissà, glielo impone Rocco Casalino, vanno in tv a dire che certo, da coscienziosi genitori i loro figli li vaccinano, e ci mancherebbe. Poi però, dato che tra la tutela degli interessi elettorali e quella dei bambini, specie dei bambini più fragili, la scelta è obbligata, fanno i no vax coi figli degli altri. E quindi, dopo un momentaneo ravvedimento, presentano un emendamento in commissione Bilancio, come chi si vergogna di quel che fa, per prorogare la validità delle autocertificazioni ai nidi e alle materne. Dicono, comunque, che “l’obbligo resta”. E anzi “ribadisco che autocertificare non significa certificare il falso”, ammonisce il ministro Grillo. Poi però fanno dei comunicati – questo è del M5s piemontese, ed è di ieri – in cui plaudono all’estensione dell’autocertificazione che è “una norma di buonsenso per evitare gli allontanamenti scolastici e la disparità di trattamento”, ammettendo di fatto che per loro l’autocertificazione è appunto un incentivo a delinquere. Dicono che il tutto serve a dare tempo ai genitori di adeguarsi alla nuova norma: ma la norma, in verità, è vecchia ormai di un anno, e loro prolungano la proroga di cinque mesi, incomprensibilmente. Blaterano, per bocca della ineffabile Grillo, sul fatto che prorogare la validità delle autocertificazioni è un modo per “non gravare di oneri ulteriori i cittadini”, dacché “manca un’anagrafe vaccinale nazionale”. E omettono di dire, però, che un anno fa, grazie alla sempre acuta Paola Taverna, facevano interrogazioni parlamentari per lamentare delle possibili violazioni della privacy connesse alle comunicazioni dei dati tra le Asl e le scuole, che sono poi alla base dell’anagrafe vaccinale. E sull’intelligenza, va bene, soprassediamo. Sulla responsabilità pure, figurarsi. Ma il pudore, almeno?