Aprire gli occhi sul focolaio No Vax
A Bari cinque bimbi e tre adulti capiscono cosa vuol dire giocare con i vaccini
Che sia forse un modo per scoraggiare l’immigrazione dall’Africa? Ad Accra, capitale del Ghana, il tasso di copertura vaccinale da morbillo è superiore a quello italiano. Una vicenda quasi grottesca se non fosse che di mezzo c’è la salute di otto persone: cinque minori – il più piccolo ha undici mesi – e tre adulti. Il focolaio di morbillo all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari – focolaio originato da una bambina figlia di genitori No Vax – è un manifesto delle conseguenze dell’ideologia No Vax: chi non vaccina i propri figli mette in pericolo anche la vita degli altri. E chi mescola disinformazione e ambiguità incoraggia comportamenti scorretti e rischiosi. Il morbillo, va detto, è incluso tra le dieci vaccinazioni obbligatorie in base al decreto Lorenzin, eppure è sotto gli occhi di tutti che la retorica governativa dell’“obbligo flessibile” abbia ingenerato equivoci e lassismo. Sulla pelle dei bambini. Lo stesso ministro della Salute Giulia Grillo, ancora poche settimane or sono, evidenziava la necessità di mantenere alta l’attenzione proprio sul morbillo, “il vero problema di questo paese”.
I numeri parlano chiaro: in Europa questa malattia infettiva ha un tasso d’incidenza molto elevato. Basti pensare che l’Ucraina, a maggio di quest’anno, ha superato i 5 mila casi di contagio. Nell’Unione europea il nostro paese si classifica al primo posto per i casi mortali (quattro nei primi sei mesi del 2018) e al terzo per casi di contagio registrati: 2.154 casi, contro i 2.197 della Grecia e i 2.591 della Francia. Nel 91,3 per cento dei casi italiani chi ha contratto il morbillo non era vaccinato al momento del contagio, il 5,4 per cento aveva effettuato una sola dose. In economia, giocare con l’incompetenza è un pericolo per il futuro del paese. Sulla salute, giocare con l’incompetenza è un pericolo per i nostri figli. I No Vax, al prossimo talk-show, teniamoli a casa, grazie.
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