Covid, perché l'annuncio del vaccino di Pfizer è diverso da quelli fatti da Putin e Trump
La libera concorrenza supera la propaganda politica
La terza fase di sperimentazione ha dimostrato una sicurezza al 90 per cento. Entro la fine dell'anno potrebbero essere messe in circolazione 50 milioni di dosi. Speranza: "Notizie incoraggianti ma serve prudenza"
Uno dei vaccini anti Covid, quello sviluppato dalle case farmaceutiche Pfizer e BioNTech, si è dimostrato, durante la terza fase di sperimentazione condotta sugli esseri umani, efficace al 90 per cento nel prevenire infezioni correlate alla malattia. E' quanto ha dichiarato il presidente della Pfizer, Albert Bourla, secondo il quale da qui alla fine dell'anno potrebbero essere immesse in circolazione 50 milioni di dosi di vaccino. Una notizia che è stata raccolta con euforia dai mercati internazionali: il listino di Piazza Affari ha subìto un rialzo del 5 per cento, mentre tutte le Borse europee sono cresciute dal 4 al 6 per cento. E che è stata salutata come "incoraggiante" dal ministro della Salute Roberto Speranza. "Ma serve ancora tanta prudenza"
La vicenda dimostra che, al di là degli entusiasmi prematuri per il vaccino "Sputnik V" brevettato dalla Russia (a proposito: dopo l'annuncio di Pfizer in Russia hanno già trovato il modo di dichiarare che il loro vaccino ha un'efficacia "superiore al 90 per cento"), e le critiche alle aziende farmaceutiche private per la tendenza a generare profitti in una situazione di emergenza a livello globale, è la libera concorrenza sul mercato a costituire un incentivo per la ricerca e per la produzione di beni che possono andare a beneficio della collettività.
Come ha ricordato Luciano Capone sul Foglio, poi, sono state le stesse aziende farmaceutiche a muoversi con molta più circospezione rispetto agli annunci propagandistici di Putin e di Trump, che prometteva le prime dosi di vaccino già entro la data delle elezioni americane: "non è detto che l’interesse degli stati, e della politica, coincida con quello dei cittadini e non è detto che lo stato imprenditore farmaceutico operi necessariamente su un orizzonte disinteressato e di lungo termine. Spesso lo sguardo è molto più corto ed è rivolto al ciclo elettorale, mentre l’interesse coincide con gli obiettivi politici di chi governa".
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