Editoriali
Il contratto smentisce AstraZeneca
L’Ue ha ragione ma non è interessata a fare causa, ora il gruppo consegni le dosi
L’Agenzia europea per i medicinali ieri ha dato il via libera al vaccino di AstraZeneca, quello che da metà febbraio doveva diventare la principale arma di vaccinazione di massa nell’Unione europea se la società farmaceutica anglo-svedese non avesse violato gli obblighi dell’accordo firmato con la Commissione. L’esecutivo di Ursula von der Leyen ieri ha pubblicato il contratto: malgrado i molti omissis – imposti al 95 per cento dalla società – il documento smentisce la tesi sostenuta da Pascal Soriot in un’intervista a Repubblica. AstraZeneca si era impegnata a produrre e stoccare dosi per l’Ue prima dell’autorizzazione e la Commissione si sarebbe assunta il rischio di perdite in caso di stop dell’Ema. Per le forniture all’Ue AstraZeneca deve usare anche due impianti nel Regno Unito, oltre a quello in Belgio dove ci sono stati dei problemi. Nel contratto la società aveva escluso esplicitamente che ci fossero altri accordi – come l’esclusiva al Regno Unito per le dosi prodotte negli stabilimenti britannici – che avrebbero impedito le consegne all’Ue. Quanto all’obbligo del “massimo sforzo”, secondo il presidente della Law Society inglese, David Greene, è AstraZeneca ad averlo violato dirottando dosi dall’Ue al Regno Unito.
Perché la Commissione non fa causa? L’interesse dell’Ue è ottenere il maggior numero possibile di vaccini. E’ su questo che tutti dovrebbero concentrarsi invece di fantasticare guerre legali contro Big Pharma o denunciare errori immaginari della Commissione. Il danno provocato da AstraZeneca è doppio: oltre ad avere 50 milioni di dosi in meno, l’Ue ha imboccato la strada del nazionalismo sui vaccini con la possibilità di vietare le esportazioni. Se AstraZeneca vuole evitare altri danni, è suo interesse consegnare le dosi che spettano agli europei.