Editoriali
Sul prezzo dei vaccini avete rotto i flaconi
Che siano le multinazionali a farsi pagare troppo o i governi a pagare troppo poco: il popolino non è mai contento
E’ scoppiata un’altra interessantissima polemica sui vaccini. Pfizer e BioNTech, che hanno rispettato la consegna delle dosi pattuite e anzi hanno addirittura aumentato le forniture rispetto al previsto, sono in trattativa con la Commissione europea per un nuovo contratto da 900 milioni di dosi (più un’opzione per altri 900 milioni). E quale sarebbe il problema? Che il prezzo richiesto da Pfizer, dopo i problemi produttivi delle altre case farmaceutiche come AstraZeneca, stavolta è più alto: non più 15,5 euro a dose, ma 19,5.
Ancora una volta c’è l’accusa di speculazione, di ricercare troppi profitti, del predominio delle case farmaceutiche sui governi e del denaro sui diritti. In realtà parliamo di cifre del tutto marginali: circa 3,5 miliardi in più per tutta l’Ue, che per l’Italia vuol dire meno di 500 milioni (più o meno quanto il bonus per bici e monopattini). Ma al di là di questo sorprende che, fino a poco fa, la polemica con l’Ue fosse di non essere stata capace di avere più vaccini a causa del braccino corto: meno vaccini per risparmiare due spicci. Allo stesso modo, AstraZeneca è stata sommersa di accuse per avere speculato sui vaccini nonostante li abbia venduti a prezzo di costo (circa 3 euro). In ogni caso, qualcuno sbaglia sempre: le multinazionali se si fanno pagare troppo o i governi se pagano i vaccini troppo poco.