la diretta dalla camera
Vaccini, Speranza: "45 milioni di dosi entro giugno. Le regioni si attengano al piano"
Con più di 14 milioni di vaccinazioni possiamo entrare in una nuova fase, ha detto il ministro alla Camera. "L'obiettivo è somministrare la prima dose al target sopra i 60 anni entro entro questo trimestre"
Guardare con fiducia al futuro. Ci sono i numeri a dare man forte a Roberto Speranza nell'intervento alla Camera dei deputati di giovedì: "Prima di qualsiasi altra considerazione", ha iniziato il ministro della salute, "c'è una domanda alla quale dobbiamo provare a rispondere, a distanza da oltre un anno dal primo focolaio di Codogno. Quando ne usciremo? Quando inizierà la vera ripartenza? Ecco perché oggi voglio dare innanzitutto un messaggio di determinazione. Non sottovaluto le difficoltà che abbiamo ancora davanti, né le sofferenze delle persone, ma credo ci siano le condizioni per guardare con ragionata fiducia alla nuova fase che si sta aprendo. Ho detto la verità quando era scomoda e sinonimo di sacrifici. E lo faccio adesso, prospettando l'inizio di una possibile fase diversa proprio grazie alla campagna di vaccinazione che oggi supera i 14 milioni di somministrazioni". Il tanto atteso balzo in avanti sembra all'orizzonte: "Finalmente ci sono le condizioni per raccogliere i primi concreti risultati del lavoro che svolgiamo da molti mesi e tra tante difficoltà. I numeri sono più chiari di mille parole: tra dicembre e marzo abbiamo raccolto poco più di 14 milioni di dosi di vaccino; tra aprile e giugno ne riceveremo oltre il triplo. E' un primo risultato, che attendevamo e che ci siamo impegnati a fondo per ottenere. Si tratta di numeri importanti, sufficienti a ridurre l'impatto quotidiano delle vittime del Covid e la pressione sulle nostre terapie intensive e sugli ospedali, oltre ad ostacolare in modo significativo la circolazione del virus. Non dimentichiamolo mai: i vaccini sono la vera chiave per aprire la nuova stagione".
Poi il secondo fatto: "In queste ultime settimane abbiamo creato le condizioni per mettere in campo un numero molto alto di vaccinatori", continua Speranza. "Ci sono le coperture economiche per far fronte a questa spesa: l'Italia è pronta ad un'ulteriore accelerazione. Grazie ai protocolli già siglati possiamo contare su circa 42mila medici di medicina generale, 7mila pediatri, 38mila medici specializzandi, 18mila specialisti ambulatoriali, 63mila odontoiatri. E poi ancora: 270mila infermieri del servizio sanitario nazionale, 25mila farmacisti. A tutti loro va la profonda gratitudine del governo e di tutto il nostro paese". Pausa, lungo applauso da parte di tutti i deputati. "Appena avremo più dosi a disposizione vaccineremo anche sui luoghi di lavoro. Voglio entrare ancora più nel dettaglio sui numeri del prossimo trimestre: i contratti europei prevedono circa 150 milioni di vaccini nel nostro paese. E' di ieri la notizia che Pfizer anticiperà per l'Unione europea 50 milioni di dosi, dal quarto al secondo trimestre, oltre il 13 per cento delle quali sarà destinato all'Italia. Ovvero poco meno di altre 7 milioni di dosi. Prudenzialmente, il commissario straordinario Figliuolo sta lavorando sulla base di 45 milioni di vaccini entro giugno: questo ci permetterebbe di coprire interamente le fasce anagrafiche più a rischio".
Il ministro puntualizza che, stando ai piani del governo, la priorità di vaccinare innanzitutto i più anziani non è mai venuta meno: "Abbiamo già somministrato la prima dose al 76 per cento delle persone con più di 80 anni, mentre siamo al 30 per cento per quelle tra i 70 e gli 80. Il nostro obiettivo entro questo trimestre è somministrare la prima dose al target sopra i 60 anni, dove si sono concentrati il 95 per cento dei decessi. Vaccinare prima di tutto i più anziani è corretto perché consente di salvare vite umane. Questo vale più di qualsiasi altra cosa: il criterio anagrafico è sempre stato il più fondamentale del nostro piano strategico sin dallo scorso 2 dicembre". E dà una stoccata agli enti locali, dopo la polemica innescata da De Luca in Campania: "Ora, anche in virtù della nuova ordinanza del commissario Figliuolo, tutte le regioni devono attenersi a queste indicazioni".
L'ultimo commento è sui contratti europei: "Dobbiamo evitare letture superficiali", insiste il ministro. "La cooperazione con le istituzioni europee e gli altri paesi in questi mesi terribili è stata, costante, impegnativa ma proficua. E' innegabile che ci siano stati ritardi e alcuni errori nella negoziazione, e che l'Ue abbia accusato la debolezza sulla mancanza di produzione autonoma di vaccini a cui si sta provando a porre rimedio. Ma uno scenario di tutti contro tutti sarebbe stato disastroso: fare meglio non significa fare da soli. Questa è una pericolosa illusione. Noi continueremo a comprare insieme, a livello europeo, anche per il fabbisogno dei prossimi anni. Ora stiamo lavorando per rendere l'Italia più forte nella produzione di vaccini sicuri ed efficaci, a partire da Reithera. La lezione che dobbiamo trarre da questa vicenda è che serve un'Europa più veloce, integrata e autorevole. A maggior ragione nella fase cruciale che si sta aprendo: quella degli investimenti per far ripartire le nostre economie".
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