Editoriali
Convivere con il virus, lo stile inglese
Tamponi gratis, pillole antivirali a casa, vaccini e road map per l’apertura
Il governo inglese ha lanciato la task force degli antivirali, che è già al lavoro per garantire che a ottobre gli inglesi possano ricevere antivirali a casa e curare il Covid, o almeno provarci, senza dover ricorrere all’ospedale. Boris Johnson, annunciando questo nuovo passo della sua strategia di riapertura, che come si sa nel Regno Unito è già iniziata, ha ribadito: stiamo costruendo la nostra nuova convivenza con il virus. In questa fase, il governo inglese sta mostrando non soltanto un’organizzazione invidiabile, ma anche molti spunti cui ispirarsi. Ha iniziato con la road map per l’uscita dal lockdown, dando un calendario di date da verificare ogni giorno ma con indicazioni chiare su scuole, negozi, aziende e ovviamente gli amatissimi pub. Ha continuato con la spedizione a casa di due tamponi antigenici rapidi a settimana per ogni membro adulto della famiglia: test test test, come si diceva all’inizio quando lo stesso Johnson pareva scettico, è uno degli elementi cruciali della convivenza. Ieri è arrivata l’altra parte, quella della cura: proviamo a farla a casa.
Si dirà: per gli inglesi sembra tutto più facile, quando vaccini da tanto tempo e a quel ritmo, ti senti anche più sicuro a disegnare i passi successivi. Si dirà: sarà in grado poi il Regno Unito, quando e se ci saranno dati preoccupanti, a chiudere per davvero, a reimporre misure restrittive? E’ in quel momento che si vede se una road map funziona per davvero. Tutto giusto, ma la consapevolezza della convivenza è un salto culturale molto rilevante: non si fanno promesse di libertà o normalità eterne, ma si danno gli strumenti per costruire insieme questa promessa. Ai cittadini si chiede disciplina e prontezza, allo stato gli strumenti per sopportare, per quanto possibile, la convivenza con il virus in modo autonomo.