editoriali
Caro Figliuolo, qualcosa non torna
Discontinuità delle vaccinazioni, anarchia della politica. Urge svolta
Quando il Foglio suggerì a Francesco Paolo Figliuolo di non sbilanciarsi nel promettere mezzo milione di vaccinazioni al giorno non era certo per “lo spavento” pacifista circa la sua divisa di generale degli alpini, ancora meno per nostalgia della precedente gestione del commissario Domenico Arcuri. Il problema era, ed è, che dopo le promesse ci si aspetta immediato riscontro e coerenza. Fino a due giorni fa il mezzo milione di dosi è stato raggiunto solo due volte, il 29 e 30 aprile. Poi si è rimasti largamente al di sotto: il 5 maggio (il consuntivo di ieri non era ancora disponibile al momento in cui il giornale andava in stampa. Ora ci sono i dati ufficiali. Il 6 maggio sono tornate sopra quota 500mila: esattamente 501.236) le vaccinazioni sono state 411.275. Ma ciò che è ancora più controverso arriva da una nuova mutazione del piano vaccinale: non più criterio anagrafico ma il ritorno a una miriade di deroghe, anche a macchia di leopardo geografica come “le piccole isole” ma anche con il ripristino delle categorie, a partire dagli insegnanti.
Il personale della scuola in auge con Arcuri aveva completato al 74,2 per cento la prima dose e appena al 2,5 la seconda. La ripresa era chiesta dal sindacato di categoria e sponsorizzata dalla Lega. Quanto alle isole, i presidenti di regione di Campania, Sicilia e ora anche della Toscana si sono portati avanti avendo a modello la Grecia. In tutti i casi, insegnanti, procidani, capresi, eoliani, elbani, inizialmente con il no di Figliuolo oggi diventato un sì: anche lui, come Mario Draghi, deve vedersela con la politica. Peggio ancora per la “raccomandazione” del Cts di portare il richiamo a 48 giorni dagli attuali 21 per Pfizer e 28 per Moderna. Obiettivo sottinteso: accelerare sulle prime dosi, smaltire le scorte (oggi 2,3 milioni di Pfizer e 1,8 di AstraZeneca), magari invogliare i turisti stranieri dato il successo del modello inglese. Questo però significa che gran parte degli italiani avrà il richiamo ad agosto, nel pieno delle vacanze, con obbligo di rientro alla base e slalom di prenotazioni di treni, aerei, affitti, alberghi. Questo a 24 ore dall’annuncio del “green pass” ottenibile dopo l’immunizzazione completa, per permettere libertà di movimento, e rilanciare il turismo e il pil. Qualcosa non quadra. Dite una parola, e che resti quella.