editoriali
L'inutile confusione su AstraZeneca
Lancet sugli effetti avversi. Allarmismi smontati e confusioni evitabili
L’incidenza di trombosi rare associate a sindrome da trombocitopenia (Tts), a seguito della somministrazione di una seconda dose di vaccino contro il Covid di AstraZeneca, è paragonabile al tasso di fondo in una popolazione non vaccinata. A dimostrarlo uno studio pubblicato in preprint suThe Lancet. I dati sono stati confrontati con i tassi previsti in una popolazione generale e nelle persone affette da Covid. I profili di sicurezza di AstraZeneca e dei vaccini a mRna (Pfizer e Moderna) erano “simili e nel complesso favorevoli”. Sono stati osservati disturbi della coagulazione molto rari (Tts) con entrambi i vaccini, ma questi erano in linea con quanto ci si aspetterebbe nella popolazione generale e inferiori a quelli diagnosticati in persone affette da Covid che registravano tassi otto volte più alti. I risultati, tra l’altro, sono in linea con i recenti rapporti del Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency (Mhra) Yellow Card Report, l’agenzia regolatoria britannica.
Non sono stati invece identificati fattori di rischio specifici o cause definitive che riescano a spiegare il fenomeno Tts a seguito della vaccinazione. Infine, si sottolinea come questi eventi molto rari si possano evitare quando i sintomi vengono identificati e trattati in modo appropriato. Alla luce di queste nuove evidenze, la circolare dello scorso 11 giugno con la quale il ministero della Salute aveva di fatto “imposto” un richiamo con un vaccino mRna per gli under 60 che avevano ricevuto AstraZeneca in prima dose appare quantomeno frettolosa. Nell’allegato verbale del Cts, tra l’altro, veniva riportato che i fenomeni tromboembolici dopo la seconda dose sono “pari a 1,3 casi per milione, valore che corrisponde a meno di 1/10 dei già rari fenomeni osservati dopo la prima dose”. La successiva circolare del 18 giugno riapriva poi alla possibilità, per gli under 60, di completare il ciclo col medesimo vaccino AstraZeneca previa firma del consenso informato. Una retromarcia corretta ma con le solite ripercussioni in termini di confusione.