editoriali
Il giallo siciliano spiegato a Borghi
Meno ci si vaccina, più ci si contagia e ci si ammala. Viva il green pass
Alla luce dei nuovi parametri, la Sicilia dal prossimo lunedì diventerà la prima zona gialla d’Italia. Pesano l’occupazione delle terapie intensive arrivata al 12,1 per cento (rispetto al limite del 10 per cento) e quella dei reparti ordinari al 19,4 per cento (rispetto al limite di 15 per cento). A questi dati si aggiunge poi l’incidenza a 7 giorni (20-26 agosto) più alta di tutta Italia, con 200,7 casi per 100 mila abitanti contro la soglia di 50.
Ma come si è arrivati a questa situazione? Il dato più eclatante riguarda senza dubbio la percentuale di vaccinati sull’isola, la più bassa del paese. In Sicilia ci sono ancora 493.350 over 50 che non hanno ricevuto neanche una dose di vaccino. Avere quasi mezzo milione di non vaccinati nella fascia di età più esposta al rischio di contrarre forme gravi di Covid ha senza dubbio contribuito ad accelerare il passaggio di colore, per effetto della rapida salita dei livelli di occupazione ospedaliera.
Di certo si può dire che questo dato non è “la conferma che il green pass non serve a nulla”, come dichiarato dal leghista Claudio Borghi in risposta alla comunicazione del ministro della Salute, Roberto Speranza, sull’ordinanza firmata per il passaggio di colore della Sicilia. Sancire il fallimento del green pass a poche settimane dalla sua entrata in vigore per il passaggio in giallo di una sola regione può essere al massimo letto come il solito esercizio di sterile polemica ideologica al quale Borghi ci ha abituati già dai tempi dell’Eurexit, ma più recentemente prendendo di mira non solo il green pass ma persino l’efficacia e la sicurezza dei vaccini, specie tra i più giovani. Stranamente, però, Borghi sembra ignorare che la prima regione costretta a dover attuare nuove restrizioni sul suo territorio è – non casualmente – quella con il più basso livello di vaccinazioni. Con la predominanza di una variante del virus caratterizzata da un così alto livello di trasmissibilità, se non avessimo avuto i vaccini a disposizione, di certo oggi staremmo parlando di un’Italia caratterizzata da ben altra colorazione.