Il punto sul Covid-19
L'Europa alle prese con la quarta ondata. Ecco i dati dei vaccini per paese
I numeri dimostrano che dov’è più alta la copertura vaccinale si verificano minori contagi. E il vecchio continente si ritrova diviso in due a causa dei no vax. Dati e grafici per capire la situazione
Risale l’allerta in Europa per via del peggioramento del quadro epidemiologico. L’aumento dell’incidenza dei contagi da Sars-Cov-2, maggiore soprattutto tra le persone non vaccinate, preoccupa i governi e le autorità sanitarie. Del resto, con l’inverno si ripresentano le condizioni ambientali adatte a una diffusione rapida del coronavirus. Così, mentre ci si prepara all’inoculazione della terza dose, rischiano di finire in terapia intensiva nei prossimi mesi tutti coloro che hanno preferito tenersi lontani dagli hub dove è stata condotta la campagna vaccinale nei mesi scorsi.
Malgrado ciò, la somministrazione massiccia dei vaccini anti-Covid ha dotato i paesi del continente di un formidabile strumento per contenere la diffusione della pandemia. In termini assoluti, secondo i dati dello European centre for disease and control, poco più di due terzi dei cittadini europei, il 72 per cento, è vaccinato a ciclo completo, con almeno due dosi di Pfizer, Moderna AstraZeneca e una di Johnson&Johnson, mentre circa il 67 per cento ha ricevuto almeno una dose.
Numeri nettamente inferiori a quelli registrati in Portogallo, che guida la classifica dei paesi più virtuosi, con un tasso di vaccinazione complessivo del 91 per cento, quota ben più alta della media europea. Al secondo posto, grazie anche alle proporzioni estremamente ridotte del paese e al numero minore di abitanti, c’è Malta con il 91 per cento. Al terzo posto si trova la Spagna, primo paese tra quelli di grandi dimensioni, con l'84 per cento.
Al contrario, Slovacchia, Romania e Bulgaria – rispettivamente con il 53, 39 e il 26 per cento di cittadini vaccinati – sono agli ultimi posti in Europa. Un diffuso scetticismo sull’efficacia dei vaccini ha impedito un’alta adesione alla campagna vaccinale. Oltre a questo, come raccontato dal Foglio, l’ampia circolazione di pass falsi ha contribuito a quella che è stata definita “una catastrofe sanitaria”. In generale in tutta l’Europa dell’est e nei paesi baltici la situazione epidemiologica va peggiorando.
Grazie al fatto che più dei tre quarti della sua popolazione è vaccinata con due dosi, invece, l’Italia si classifica quinta. Secondo quanto confermato in conferenza stampa dal ministro della Salute Roberto Speranza, la vaccinazione ha raggiunto in questi giorni l’83 per cento del totale. Non si tratta però di un successo soltanto dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo: oltre il 90 per cento degli over 80 e della fascia compresa tra i 70 e i 79 anni è stato del tutto immunizzato, e così pure le fasce più fragili ed esposte al virus, come gli immunodepressi. In più, va ricordato come l’introduzione estesa del green pass nel nostro paese ha senz’altro aiutato a raggiungere simili cifre.
Anche in Francia la campagna vaccinale procede in modo molto simile all’Italia: circa il 68 per cento della popolazione è stata vaccinata a ciclo completo e, secondo il tableau de bord del ministero degli affari sociali e della sanità, più del 90 per cento degli over 65 è stato messo in sicurezza, con scostamenti minimi tra le varie fasce d’età. Anche in questo caso il “pass sanitarie”, introdotto con un’applicazione meno estesa rispetto a quella prevista nel nostro paese, ha aiutato.
In Germania, invece, nonostante una vaccinazione estesa, pari al 66 per cento, si sta verificando un’impennata delle nuove infezioni e un drastico aumento delle vittime: circa 194 nel giro di 24 ore solo pochi giorni fa.
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