Il monitoraggio Iss

Rt e contagi in aumento. Tutte le regioni a rischio moderato

Redazione

L'aumento dei nuovi casi influisce lievemente sui ricoveri, che però restano ancora ampiamente sotto la soglia d'allerta. I contagi non associati a catene di trasmissione sono in forte crescita 

Tutte le regioni italiane tornano a essere classificate a rischio moderato, mentre l'indice di trasmissibilità sale al di sopra della soglia epidemica a 1,15 come non succedeva da agosto. Il monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità questa settimana registra un aumento di tutti i parametri che misurano l'andamento della pandemia, compresa l'incidenza settimanale, che passa da 46 casi ogni centomila abitanti a 53 di questa settimana (basata sui dati che vanno dal 29 ottobre al 4 novembre). E del resto l'Italia non è l'unico paese che fa i conti con la ripresa dei contagi, ma è anzi l'unico, per il momento, che sembra subirne meno gli effetti sul fronte delle ospedalizzazioni, grazie anche all'adozione di strumenti di controllo come il green pass e al tasso di vaccinazione. 

 

Ricoveri in aumento (anche nelle terapie intensive)

Crescono lievemente i ricoveri, in particolare quelli nei reparti ordinari che passano dal 4,5 per cento del 28 ottobre al 5,3 per cento di questa settimana. Va leggermente meglio nelle terapie intensive, dove il tasso di occupazione è al 4 per cento (la scorsa settimana si attestava al 3,7 per cento). 

All'aumento dei contagi non equivale dunque l'aumento dei ricoveri a cui eravamo abituati nella prima fase della pandemia, e questo grazie al tasso di vaccinazione, con l'83,3 per cento degli over 12 è completamente vaccinato.

 

In forte aumento i nuovi casi non associati a catene di trasmissione

In forte aumento, segnala poi l'Iss, il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (8.326 vs 6.264 della settimana precedente).  La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in aumento (35% vs 33% la scorsa settimana). È stabile invece la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (47% vs 47%). Diminuisce lievemente la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (18% vs 20%).

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