Se ci vacciniamo solo noi italiani non basta
Nell’Ue epicentro della quarta ondata c’è ancora troppa disomogeneità nelle somministrazioni. Mentre in molti paesi si pensa a nuove restrizioni, resiste il modello Italia
L’Europa è l’epicentro della quarta ondata, nonostante sia uno dei continenti con il tasso di vaccinazioni più alto. Vediamo perché. Innanzitutto il progresso delle vaccinazioni è diseguale, con quattro paesi che riportano meno del 50 per cento della piena diffusione della vaccinazione nella popolazione (Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia). A trainare l’epidemia ci sono i paesi dell’Europa dell’est. La Bulgaria, ad esempio, ha avuto la più alta mortalità in eccesso dell’Ue a settembre, in aumento di oltre il 50 per cento rispetto ai livelli pre-pandemia.
Ci sono poi paesi con livelli medio-alti di copertura vaccinale, ma che hanno imposto restrizioni per evitare la diffusione del virus. A cominciare dall’Austria dove, dallo scorso 15 novembre, alle persone non vaccinate o guarite è stato vietato di lasciare le loro case, a eccezione delle attività di base. Anche il Belgio, con oltre 27 mila casi, si prepara a contrastare l’aumento dei contagi con nuove indicazioni quali il ripristino dell’obbligo di indossare la mascherina al chiuso, il ritorno allo smart working e la chiusura per almeno tre settimane di discoteche e attività sportive al chiuso. La Danimarca che è tornata a sfiorare i 4 mila casi, record dal dicembre 2020, ha reintrodotto il pass sanitario dopo avere abbandonato ogni restrizione lo scorso settembre. Da sabato 13 novembre l’Olanda è in lockdown parziale. La stretta durerà tre settimane, nel tentativo di mitigare la curva dei contagi che ha superato i 20 mila casi. Tra le misure messe in campo la chiusura di bar e ristoranti alle 20 e dei negozi di beni non essenziali alle 18. Via anche i tifosi dagli stadi. Mentre in Germania, dove si sfiorano i 30 mila casi, si ragiona su un ritorno diffuso allo smart working, e diversi Lander hanno già introdotto la regola “2G” chiudendo molti luoghi pubblici ai non vaccinati e ai guariti.
Al contrario l’Italia sta dimostrando come un’alta adesione alla campagna vaccinale combinata al mantenimento di misure prudenziali riesca a rallentare l’attesa crescita dei contagi nel periodo autunnale e, soprattutto, a preservare la tenuta degli ospedali.
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