la road map
Le 24 ore che ci separano dal super green pass. Ma resta il nodo trasporti
Governo e regioni alla ricerca di un accordo prima del Cdm. Fedriga: "La nostra proposta di un super certificato è stata ascoltata con attenzione". Abrignani (Cts): "Sì ai controlli anche sul trasporto pubblico"
Le prossime sono le 24 ore, poco più, che ci separano dalla decisione sulle nuove regole per il contrasto alla pandemia. Ora che il governo, dopo l'incontro di ieri con le regioni, dovrà trovare una sintesi per predisporsi al meglio ad arginare la quarta ondata di Covid, che tanta apprensione sta causando negli altri paesi europei con la ripresa dei contagi. Prima con una cabina di regia allargata ai membri del Comitato tecnico scientifico, alla quale forse prenderanno parte anche i rappresentanti dei territori. Poi con il Consiglio dei ministri, presumibilmente giovedì ma forse anche già domani, che dovrà mettere per iscritto il nuovo decreto.
Un architrave, più o meno, già lo si conosce. E dovrebbe ricalcare le proposte che sono state avanzate ieri dagli stessi governatori. Che hanno chiesto al ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli di adottare un "super green pass", una certificazione rafforzata che conceda l'accesso a una serie di attività solo per chi è vaccinato e guarito dal Covid. Si tratterebbe di un distinguo, sostengono, per non vanificare gli sforzi fatti in questi mesi da chi ha deciso per tempo di immunizzarsi e adesso non può accettare nuove chiusure, alla soglia della stagione invernale. "Con il tampone sarà consentito solo andare al lavoro. Per svolgere le attività vietate nella specifica zona, bisognerà essere o vaccinati o guariti", ha chiarito in un'intervista al Corriere il presidente del Friuli-Venezia Giulia e al vertice della Conferenza delle regioni Massimiliano Fedriga. Sul punto non ci dovrebbero essere contrarietà con il segretario della Lega Matteo Salvini, visto che è stato lo stesso Fedriga a chiarire che si tratta di una "linea condivisa" all'interno del partito. Di sicuro restano ancora dei punti da chiarire.
Le regole per ristoranti, cinema, stadi e teatri
Secondo quanto richiesto dai presidenti di regione, l'accesso agli spazi della socialità, quindi ristoranti, cinema, teatri, stadi, palestre e discoteche, sarà consentito solo a coloro che saranno in possesso di un super green pass, ottenuto quindi per mezzo della vaccinazione o della guarigione dal Covid. Una misura per cercare di restringere ancor di più le maglie attorno ai circa 7 milioni di italiani over 12 non ancora vaccinati, e indurli all'immunizzazione. Strumento che viaggerà in parallelo alla validità del green pass, che stando alle valutazioni del Comitato tecnico scientifico non dovrebbe eccedere i 6-9 mesi (attualmente dura un anno), e per questo verrà ridotta. Mentre per quel che riguarda il lavoro, basterà un green pass vecchio stile, quindi ottenuto anche attraverso tampone molecolare o antigenico. Qui però sarebbero allo studio alcune restrizioni, sempre ad opera del Cts. Per gli antigenici la validità dovrebbe scendere a 24 ore (dalle attuali 48). Per i molecolari a 48 ore (attualmente vale per 72 ore).
Impianti di sci a numero chiuso in zona arancione e rossa
Secondo le linee guida che le regioni hanno consegnato al governo, si prevede che gli impianti di sci restino aperti ai soli possessori di green pass. E che qualora i territori siano ricompresi in zona arancione o rossa si prevede di "limitare il numero massimo di presenze giornaliere mediante l'introduzione di un tetto massimo di titoli di viaggio vendibili, determinato in base alle caratteristiche della stazione o comprensorio anche sciistico, con criteri omogenei per regione o provincia autonoma o comprensorio anche sciistico, da definire sentiti i rappresentanti di categoria e delle strutture ricettive e concordati con le aziende sanitarie locali competenti per territorio". In pratica introducendo un numero chiuso. Le cabinovie al chiuso hanno una capienza massima dell'80 per cento.
Differenza tra zone di rischio
L'altro discrimine su cui è in corso in un'interlocuzione nel governo è se le nuove regole debbano essere applicate erga omnes o solo per le regioni che si trovino a valicare particolari scenari di rischio (già dalla zona gialla, ad esempio, o solo dalla zona arancione in poi). La richiesta della gran parte delle regioni è che, di base, le restrizioni che verranno pian piano introdotte dagli automatismi previsti dall'inserimento nelle varie fasce di rischio non valgano per i vaccinati.
Obbligo di terza dose per il personale sanitario
Un'altra misura che sarà ricompresa nel decreto del governo da votare giovedì in Consiglio dei ministri è l'obbligo di terza dose per il personale sanitario e i lavoratori delle Rsa. Pian piano si arriverà a un obbligo più generalizzato, cioè rivolto a una più vasta gamma di lavoratori del settore pubblico (come insegnanti, personale delle forze dell'ordine e probabilmente per i dipendenti della pubblica amministrazione). Mentre non è all'ordine del giorno l'obbligo vaccinale per tutti, come chiedono sia Confindustria che le principali sigle sindacali del paese. Come stabilito da una comunicazione del ministro Speranza, in Italia le terze dosi avvengono a cinque mesi dalla seconda e da lunedì 22 novembre sono aperte agli over 40.
Le discussioni sul nodo trasporti
È sempre stato un po' il punto debole della strategia nazionale di contrasto al Covid. E mentre miglioramenti si notavano un po' su tutti i versanti, i trasporti hanno presentato più o meno le stesse problamatiche di affollamento dall'inizio della pandemia (con un restringimento dei protocolli che è stato davvero minimo, come successo per lo stop ai treni in cui venga accertato un caso di contagio). Da qui l'idea di controllare il green pass anche sui mezzi pubblici per evitare che la mobilità pubblica resti un importante veicolo di diffusione del virus. Come ha spiegato al Corriere l'immulogo e componente del Cts Sergio Abrignani, "Il controllo esteso su tutti i mezzi pubblici locali è impossibile, ma quelli a campione sono ugualmente un deterrente per chi viola le regole, come accade per il possesso del biglietto. In questa fase, sono a favore di tutto ciò che possa mitigare il rischio di diffusione dell’infezione". Insomma l'esecutivo anche su questo è intenzionato a dare delle risposte.