Editoriali
Sul vaccino, meglio l'obbligo indiretto
L’obbligo non è incostituzionale, ma la via giusta è renderlo indispensabile
L’obbligo vaccinale non è contrario alla Costituzione: lo spiega anche l’ex presidente della Consulta Giovanni Maria Flick intervistato sulla Stampa. Lo stesso principio del diritto di scelta della cura, citato ossessivamente dai No vax, in realtà è regolato dall’articolo 32, che dice che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario “se non per disposizione di legge”. Quindi una legge che renda obbligatoria la vaccinazione sarebbe indubbiamente costituzionale. Resta da vedere se sia applicabile dal punto di vista organizzativo e opportuna sotto il profilo politico. Una legge seria deve essere applicata seriamente e i trasgressori devono essere identificati, controllati e sanzionati. Si tratterebbe di un carico di lavoro per le forze dell’ordine o comunque per chi ha l’incarico di far rispettare la legge davvero impressionante. Inoltre si metterebbe fuori legge un numero assai rilevante di cittadini, con effetti imprevedibili.
Obbligo vaccinale, perché non è incostituzionale
Anche per questo sembra ragionevole procedere per gradi, sia nel senso di definire aree professionali delimitate (sanitari, pubblica sicurezza, dipendenti pubblici soprattutto se in contatto diretto con gli utenti dei servizi) alle quali imporre l’obbligo, sia nel senso di estendere i settori nei quali è libera la presenza solo per i vaccinati, i guariti o le persone che per ragioni sanitarie non possono ricevere il vaccino. Questa seconda serie di misure in sostanza consiste nel rendere più stringente l’obbligo indiretto, come peraltro chiedono, nel caso in cui sia necessario intervenire con nuove restrizioni, la maggior parte delle regioni. È utile far capire che in caso di necessità non c’è alcun vincolo costituzionale all’estensione dell’obbligo per legge, ma è meglio evitare di ricorrere a un obbligo generalizzato, almeno finché non si sa bene come applicarlo effettivamente. Questa è la logica dell’aspettare e vedere che sembra quella cui si ispira il governo, una linea prudente e attenta, che per ora è quello che basta e quindi quello che ci vuole.