la realtà a colpo d'occhio

Come spiegare la pandemia dei non vaccinati, senza usare le parole

Redazione

L'attuale stato delle rianimazioni in Piemonte in un grafico che parla più di molte dichiarazioni: i posti letto sono occupati per l'80 per cento da cittadini non immunizzati. L'importanza di dare spazio ai numeri giusti 

Chiara, diretta e senza rischio di fraintendimenti. La grafica che la Regione Piemonte condivide saltuariamente su Twitter (l'ultima sabato scorso) mostra in maniera inequivocabile l'incidenza dei cittadini non vaccinati sui reparti di terapia intensiva degli ospedali. Su 137 pazienti ricoverati sono solo 31 quelli vaccinati mentre quasi l'80 per cento non ha mai ricevuto il vaccino. Per ciascuno il grafico mostra anche l'età e il sesso, specificando che i pazienti vaccinati presentano un quadro clinico serio per patologie pregresse: tra questi c'è anche un diciottenne, ma fatta questa eccezione ci sono solo altri due pazienti che hanno meno di 50 anni. Tra i non vaccinati invece ci sono 16 pazienti che hanno meno di cinquant'anni, compresi due neonati di 1 e 3 mesi che non avrebbero comunque potuto vaccinarsi. Guardando alla fascia d'età emerge dunque che la maggior parte degli ospedalizzati in Regione Piemonte è over 50. Proprio questa categoria, più fragile rispetto ai più giovani, dovrà adeguarsi all'obbligo vaccinale come stabilito dall'ultimo decreto anti-Covid: a oggi sono circa 2,2 milioni i cittadini over 50 in Italia ancora sprovvisti di vaccino. 

 

  

Ogni giorno pubblichiamo le cifre relative ai nuovi contagi, agli ingressi in terapia intensiva e nei reparti ordinari, ai decessi. Ma diventa sempre più chiaro che a essere importanti sono i numeri delle ospedalizzazioni, che come abbiamo più volte scritto dipendono per più del 70 per cento dalle complicazioni che il Covid porta ancora a chi non è protetto. Comunicare questa pandemia dei non vaccinati in modo chiaro, spiegando l'importanza del vaccino nel ridurre i rischi di ospedalizzazione, fa colpo sulla coscienza del lettore meglio di ogni discorso istituzionale o di numeri che non distinguono i singoli casi. 

Tanto più ora che i posti letto occupati in terapia intensiva sono in costante aumento, come confermano gli ultimi rilevamenti dell'Istituto Superiore di Sanità: il 30 dicembre 2021 risultavano occupate il 12,9 per cento delle rianimazioni, sette giorni dopo il tasso è salito al 15,4 per cento. 

 

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