EDITORIALI
Caro Cacciari, non sei Socrate
Se il filosofo è arrivato alla terza dose vuol dire che il vaccino non è cicuta
Una cosa che si è capita chiaramente in questa pandemia è che quelli che si scagliano contro il vaccino anti Covid dicono un sacco di stupidaggini. Le due cose vanno a braccetto, anzi sono indissolubili. Più unico che raro è invece il caso di chi dice sciocchezze invitando le persone a vaccinarsi. L’autore non poteva che essere una personalità eccezionale come Massimo Cacciari. Dopo aver fondato insieme a Carlo Freccero, Ugo Mattei e Giorgio Agamben la cosiddetta Commissione Dupre (dubbio e precauzione), animata da personaggi che da un lato negano o sminuiscono la pericolosità del Covid e dall’altro negano l’efficacia del vaccino o ne asseriscono la pericolosità, il filosofo dice al Gazzettino: “Chi può vada a vaccinarsi. Chi non è d’accordo ci vada lo stesso, perché queste sono le leggi e finché non si ha la forza di cambiarle, bisogna rispettarle”.
L’ex sindaco di Venezia dice che le sue critiche alla politica del governo e all’efficacia della strategia vaccinale non sono in contraddizione con la decisione di fare la terza dose. “Non vedo alcun caso! – dice – Ho fatto il vaccino. Sei costretto a farlo, alle leggi si obbedisce. I filosofi obbediscono alle leggi, anche quando le ritengono totalmente folli. Socrate insegna”. Le sciocchezze di Cacciari sono almeno tre. La prima è che dovrebbe invitare le persone a vaccinarsi non perché l’impone il potere politico, ma perché lo suggerisce il metodo scientifico. La seconda è conseguente: non è affatto vero che tutte le leggi vadano sempre rispettate. Un filosofo dovrebbe insegnare a ragionare più che a obbedire. L’ultima, e probabilmente la più grande, è il paragone con Socrate: il filosofo accettò la condanna a morte ingerendo un veleno. In questo caso accade esattamente l’opposto: il governo impone l’assunzione di un farmaco che salva la vita. Insomma, il vaccino non è la cicuta e Cacciari non è Socrate.
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