Il report
Vaccini, Aifa: ecco i numeri dei casi avversi. "I decessi correlabili sono 22"
L'Agenzia del farmaco analizza un anno di campagna vaccinale: l'83 per cento delle segnalazioni fanno riferimento a eventi non gravi. Le morti sono 0,2 ogni milione di somministrazioni. I dati confermano la sicurezza anche per bambini e donne in gravidanza. Magrini: "I dubbi vanno smorzati alla luce delle evidenze raccolte"
"Il rapporto rischi-benefici è molto favorevole, i dubbi vanno smorzati alla luce delle evidenze raccolte". Nicolò Magrini, il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco si affida ai numeri e conferma: i vaccini sono sicuri e le reazioni avverse molto rare, indipendentemente dal tipo di siero. È la principale indicazione che si ricava dal primo "Rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini anti-COVID-19", pubblicato oggi, che prende in esame il periodo che va dal 27 dicembre 2020, il V day che diede inizio alla campagna vaccinale, al 26 dicembre 2021.
Ogni 100mila somministrazioni, le complicazioni comunicate sono state appena 109, per un totale di 117.920 segnalazioni a fronte di 108.530.987 inoculazioni. Complicazioni che si riferiscono nel 68 per cento dei casi al vaccino più utlizzato, cioè Pfizer, nel 19,8 per cento ad Astrazeneca, nel 10,8 a Moderna e nell'1,4 a J&J e a livello anagrafico sono assai meno frequenti nei giovanissimi e nella popolazione più anziana.
Quello dipinto da Aifa è un quadro rassicurante, anche in prospettiva: "Progressivamente stiamo voltando pagina. Andiamo verso la normalità, più preparati di prima", ha aggiunto Magrini. Uno scenario in cui certamente non mancano alcune criticità, che hanno però una percentuale limitatissima e smontano una volta di più ogni retorica antiscientifica. In particolare, spiega il documento, l’83,7 per cento (98.717) delle segnalazioni fa riferimento a eventi non gravi, con un tasso di segnalazione pari a 91 ogni 100mila somministrazioni. Per tutti i vaccini gli eventi avversi maggiormente segnalati sono stati febbre e stanchezza, nausea e brividi in sede di iniezione e dolori muscolari. E come riferisce ancora l'Agenzia, "gli eventi riportati sono perlopiù non gravi e già risolti al momento della segnalazione". Mentre "fino a un 64 per cento di effetti indesiderati è stato rilevato nel gruppo placebo degli studi clinici ed è riferibile al cosiddetto effetto nocebo".
Quanto ai decessi, in un anno, si contano solo 22 casi correrabili al vaccino, pari a circa 0,2 casi ogni milione di dosi somministrate: "Sempre nettamente inferiori ai decessi attesi. Non c'è quindi, nella popolazione di soggetti vaccinati, alcun aumento del numero di eventi rispetto a quello che ci saremmo aspettati in una popolazione simile ma non vaccinata", è la considerazione degli esperti dell'agenzia del farmaco, i cui dati ribadiscono la sicurezza anche rispetto alla popolazione più giovane. Le segnalazioni relative all'età pediatrica rappresentano solo l'un per cento del totale, si tratta di 1.170 casi avversi su 4.178.361 dosi: 28 eventi ogni 100.000 somministrazioni in età 5-16 anni. E di queste complicazioni, dice ancora Aifa, il 69 per cento "si sono risolte completamente o erano in miglioramento al momento della segnalazione".
Infine, lo studio prende in considerazione anche il rapporto tra vaccini e gravidanza, chiarendo come "le pazienti in gravidanza affette da Covid-19 sintomatico sembrano essere a maggior rischio di malattia grave rispetto alle pazienti non in stato di gravidanza, soprattutto in presenza di comorbilità". Mentre dopo il parto, "uno dei benefici dell’allattamento è l’immunizzazione passiva del neonato che si realizza con la secrezione degli anticorpi materni direttamente nel latte". Ragion per cui, conclude il documento la vaccinazione è indicata sia in gravidanza sia in allattamento e "non emergono particolari problemi di sicurezza dai dati di farmacovigilanza e di studi ad hoc in questa popolazione". Allo stesso modo, non emergono evidenze negative nemmeno riguardo alla fertilità, a prescindere dal genere.