Editoriali

Farmaci per la crescita economica: concorrenza, numeri e guai

Redazione

Il presidente di Farmindustria Marcello Cattani ha spiegato i problemi legati alla competizione nel mercato farmaceutico, proponendo, tuttavia, ulteriori soluzioni: quello che serve all'industria del settore è un po' quello che serve anche all’Italia

La competizione nel settore farmaceutico si sente con molta intensità nella parte tecnologicamente alta del mercato e in quella bassa. Perché alcuni cicli di investimento sono arrivati a maturazione e una serie di farmaci del tutto innovativi ed efficaci sono ormai a disposizione dei medici, un processo che è stato accelerato e rinforzato dai grandi impegni finanziari e di ricerca assunti durante la pandemia. Mentre nella parte del mercato farmaceutico a basso contenuto tecnologico sono entrate ormai da tempo imprese di paesi dove si riescono a contenere i costi di produzione, creando insidie concorrenziali sul lato dei prezzi. Va aggiunta, poi, come ulteriore difficoltà, la dipendenza da filiere internazionali concentrate su Cina e India. Il presidente di Farmindustria Marcello Cattani ha citato l’esempio dell’allumina, la cui importazione è necessaria ma ormai soggetta a rischio di razionamento. L’industria europea è legata in modo rigido alle filiere estere per il 75% della produzione.
 

Questioni risolvibili, come ha detto Cattani, superando alcuni errori commessi in passato, ripensando ai tagli di spesa fatti senza ragionare sul lungo termine, riportando in Europa la produzione dei principi attivi. La pagella dell’industria italiana resta ottima, con l’export salito oltre ai 49 miliardi e tutti i settori in buon slancio. “Siamo ottimisti, ma lasciateci lavorare”, ha detto ieri all’assemblea dei farmaceutici il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini. Le industrie farmaceutiche chiedono che finisca il meccanismo del pay-back, distorcente dell’efficienza produttiva e con un costo annuale per il settore di quasi 2 miliardi. Per tenere il passo con l’innovazione mondiale serve che sia mantenuto il ritmo degli investimenti e che sia tutelato l’impegno su produzioni che richiedono grandi sforzi, per le quali è importante che l’Aifa venga messa in condizione di decidere in modo più efficiente e veloce e con la piena fiducia di tutti.

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