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Editoriali
Il dl sulle prestazioni sanitarie è fermo al Senato. Un caos da rione Sanità
Approvato a giugno, il testo doveva approdare in Aula già la scorsa settimana, ma è ancora bloccato in commissione Bilancio in attesa dei pareri sulle modifiche apportate dalla commissione Sanità. Contraddizioni incurabili
Permane in una situazione di caos il disegno di legge sulle prestazioni sanitarie al Senato, approvato nel giugno 2024 da Palazzo Chigi insieme al decreto sulle liste d’attesa. Il testo doveva approdare in Aula già la scorsa settimana, ma è ancora bloccato in commissione Bilancio in attesa dei pareri sulle modifiche apportate dalla commissione Sanità. E qui inizia il caos. Prima approvata, poi bocciata l’estensione del programma nazionale di prevenzione del tumore al seno. No anche ai fondi per le patologie oculari cronico-degenerative, alla trasformazione del corso di formazione in medicina generale in scuola specialistica e all’Iva agevolata per gli alimenti a fini medico speciali. Niente da fare anche per l’incentivazione dell’acquisto, da parte dei medici di medicina generale, di servizi o soluzioni digitali per la gestione automatizzata di appuntamenti e televisite. Tutte misure già approvate in commissione Sanità ma poi bocciate dalla Bilancio per inadeguate coperture.
Resta invece ancora in corsa il contestato emendamento di maggioranza che punta a escludere dalla piena copertura sanitaria dei costi di ricovero i malati non autosufficienti che hanno interventi sanitari nettamente preponderanti su tutte le altre prestazioni che ricevono. Su questo, la scorsa settimana, è intervenuto lo stesso ministero della Salute rispondendo a due interrogazioni alla Camera. In sostanza, “il Fondo sanitario è deputato a finanziare i soli Livelli essenziali di assistenza”. Eppure, secondo il recente orientamento della giurisprudenza, l’attività prestata in favore di un soggetto gravemente affetto da morbo di Alzheimer ricoverato in istituto di cura è qualificabile come “attività sanitaria, quindi di competenza del Ssn”. Così si studieranno “ulteriori modalità alternative al finanziamento di questi oneri”, ma se passerà l’emendamento di maggioranza i costi non più coperti dal Ssn ricadranno sulle spalle di questi malati e delle loro famiglie. Un caos che viene da lontano.

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