Ghiaccio e capitale
Mentre ci si avvicina alla Conferenza sul clima di Parigi di fine mese, e i leader politici di mezzo mondo prendono solenni impegni a parole in queste ore per combattere i cambiamenti climatici causati dall’uomo (i vescovi francesi, sull’onda della Laudato si’, si radunano per discutere di “Sinodo, profughi e clima”), la Nasa ha reso note le ultime misurazioni altimetriche satellitari sull’Antartide. La notizia è che il continente del Polo sud ha un bilancio di massa positivo, cioè guadagna più ghiaccio di quello che perde, cioè si sta ingrandendo. Non solo in estensione, come si sapeva da tempo, ma anche in volume. Forse non ne avete letto in giro, non come quanto avete letto dell’uragano più potente della storia del mondo che avrebbe dovuto spazzare via il Messico e che invece si è rivelato una tempesta tropicale.
Ma la notizia è notevole, perché smentisce quanto sostenuto dal panel di esperti climatici dell’Onu nel loro ultimo rapporto, che imputava allo scioglimento del ghiaccio antartico gran parte dell’innalzamento dei mari. La Nasa mette le mani avanti e spiega che probabilmente nei prossimi venti-trent’anni questa tendenza si invertirà. In attesa che le previsioni catastrofiste si realizzino, Bill Gates porta avanti la sua crociata climaticamente corretta dicendo in un’intervista all’Atlantic che il capitalismo non ci salverà dal climate change, dato che i paesi più evoluti producono ancora troppi gas serra. Gli risponde indirettamente l’economista “ambientalista scettico” Bjørn Lomborg sul Wall Street Journal, dimostrando come le temperature siano cresciute meno delle previsioni più ottimistiche e svelando l’ipocrisia di chi pensa di poter aiutare i paesi poveri con pannelli solari e “aiuti climatici”: malnutrizione e malaria si curano facendo crescere economicamente quei paesi, non cercando di far cambiare il clima da quelle parti installando pale eoliche.
Cattivi scienziati