Il clima non tira nemmeno in politica
La Cop 21, la grande conferenza sul clima, ha incoronato Parigi come la nuova capitale dell’ecologismo mondiale. A Parigi sono accorsi i leader del pianeta, e tutti si sono scoperti più verdi. Papa Francesco rinnova appelli quasi giornalieri contro il riscaldamento climatico. I media di tutto il mondo mandano in loop immagini di ghiacciai che si sciolgono e di orsi polari a bagno. I giornali propongono infografiche catastrofiste, con Venezia annegata e gli atolli del Pacifico sommersi. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sembra essere convinto che la sfida di una generazione sia questa, il clima, e non la lotta al terrorismo internazionale.
Insomma, da Parigi irradia una rinnovata aura climaticamente consapevole, la spinta verso un nuovo ecologismo, la spinta a essere tutti un po’ più verdi, con il contributo dei media e della politica riuniti in una sola voce. Ma all’epicentro del movimento il partito francese Europe Ecologie-Les Verts, la formazione dei Verdi che fu di Daniel Cohn-Bendit, non sembra godere dell’improvvisa ventata di notorietà data ai suoi temi prediletti dalla stampa e dalla politica di tutto il mondo, anzi. Alle regionali di domenica i Verdi hanno ottenuto un misero 6,81 per cento a livello nazionale, e i giornali francesi gridano al gran flop della formazione ecologista, che ha visto i suoi consensi dimezzati nonostante la fortunata concomitanza con la Cop21. Nel 2010, alle ultime elezioni regionali, erano stati loro, i Verdi, il partito-rivelazione della tornata elettorale: 12,18 per cento delle preferenze, terzo partito di Francia, ampiamente davanti al Front national che oggi si gode la vittoria. Il traino della Conferenza sul clima avrebbe dovuto moltiplicare il risultato, che invece si è trasformato in un disastro. Gli analisti politici incolpano gli attentati terroristici del 13 novembre a Parigi, che hanno concentrato l’attenzione di tutti sul tema della sicurezza, su cui i Verdi non hanno un programma credibile. Chi cerca di guardare più in profondità punta il dito sul vizio storico delle formazioni ecologiste, ben noto anche in Italia, di cercare alleanze con le forze della sinistra intransigente, e di legarsi così a un destino di marginalità. La Cop21 e l’enorme commozione mediatica intorno all’ecologia e al clima avrebbero dovuto dare slancio ai Verdi francesi. Ma le priorità, e non solo in Francia, a quanto pare sembrano altre.
cattivi scienziati
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