Cambiamenti climatici: un allarme troppo elevato
Secondo uno studio pubblicato mercoledì da Bloomberg, entro il 2040 un’automobile su tre nel mondo sarà elettrica. E, cosa non secondaria, funzionerà bene. Il 2015 è probabilmente stato l’anno della svolta: è ancora Bloomberg a segnalare che lo scorso anno, complici i crolli dei prezzi di petrolio, gas naturale e carbone, le energie rinnovabili hanno visto crescere i loro finanziamenti a livello globale doppiando quelli per i combustibili fossili. Il mercato si rinnova – è il caso di dire – da sé, senza bisogno di inutili e dispendiosi summit delle Nazioni Unite né spauracchi catastrofisti.
L’Amministrazione Obama ha da poco pubblicato un report in cui dipinge un futuro in cui – se non interverremo – i cambiamenti climatici influenzeranno negativamente la salute umana. E’ la solita retorica che tende a estremizzare le conseguenze senza tenere conto del realismo necessario per trattare questi temi: come notava Bjørn Lomborg ieri sul Wall Street Journal, la Casa Bianca prevede che temperature più elevate uccideranno decine di migliaia di americani. Sul rapporto c’è scritto “una valutazione scientifica” ma, ironizza Lomborg, assomiglia di più a una mazza ferrata, naturalmente politica: l’editorialista del Wall Street Journal snocciola ricerche e studi recenti che dimostrano chiaramente che se proprio si deve morire per colpa delle temperature, è per quelle eccessivamente basse che succede. Nessuno di questi studi è stato menzionato nel report della Casa Bianca. I cambiamenti climatici sono un problema reale, anche se certamente ingigantito nelle sue cause e nei suoi effetti. Andrebbe preso sul serio, non usato per fare politica.