Togliti le mutande che ti devo parlare

Non è l’alcol, ma il pensiero del sesso a renderti più loquace. Una verità che rivoluziona la nostra percezione delle relazioni? Forse no, ma spiega molto del nostro rapporto con l’altro, e soprattutto con il sesso – altro che gender. Lo raccontava l’altro ieri un lungo articolo di Elizabeth Bernstein sul Wall Street Journal (il Wall Street Journal!), citando con piglio scientifico una ricerca dell’Interdisciplinary Center Herzliya, in Israele. Cosa hanno scoperto gli scienziati israeliani? Che se fai vedere dei gattini che giocano con un gomitolo di lana a un gruppo di persone, poi quello stesso gruppo è meno incline ad aprirsi in conversazioni personali. Se invece gli fai vedere le fornicazioni di Antonio Banderas e Angelina Jolie in “Original Sin”, allora quello stesso gruppo ha molta voglia di parlare, condividere, avvicinarsi “a un partner attraente”. E’ servita dunque la scienza per spiegarci quel che in fondo avevamo già intuito da qualche tempo. La rivoluzione tecnologica ha contribuito a stabilire comunicazioni tra persone lontanissime, ma ha pure trasformato le regole che dall’homo sapiens in poi avevano bene o male gestito la riproduzione, come dire, etologicamente corretta (intesa come unione carnale di corpi per la sopravvivenza della specie umana). Non è un caso se, sempre più spesso, nei paesi considerati più avanzati tecnologicamente il sesso non sia al centro dei pensieri dell’uomo medio, maschio o femmina che sia. Di qui, poi, tutti i problemi economici legati alla denatalità. Come spiegava ieri il Wall Street Journal, è un circolo vizioso: dove non si fa sesso, si parla pure di meno – ma magari si chatta tantissimo.