Il latte bio inquina di più
Chi pensa che bere latte biologico "fa bene alla terra" sbaglia di grosso. Un fact-checking dell'Advertising Standards Authority
Il latte biologico sarà anche più genuino, ma non è un prodotto meno impattante per l'ambiente rispetto a quello prodotto in allevamenti non bio. Questa è la conclusione a cui è giunta l'Advertising Standards Authority, un organismo inglese che monitora le pubblicità nel paese conducendo una sorta di fact checking su ogni frase ambigua utilizzata nel marketing. A finire sotto la lente dell'agenzia è Arla, un'azienda danese che produce latte e formaggi attraverso agricoltori che hanno ottenuto l'etichetta bio. E' una sorta di cooperativa di produttori che ha costruito la sua immagine sulla sostenibilità ambientale, lanciando campagne pubblicitarie che mettono al centro il biologico. Ma qualcuno ha deciso di segnalare all'Asa una delle sue pubblicità, uscita a novembre su un quotidiano locale, che sostiene che il latte bio "fa bene alla terra". Secondo l'agenzia questa frase sarebbe "ingannevole" per i consumatori, che potrebbero scegliere il latte dell'Arla pensando di acquistare un prodotto che ha effetti positivi sull'ambiente, mentre questo non è possibile.
La Bbc, che riporta la notizia, spiega come la produzione bio del latte comporti emissioni di Co2 più elevate rispetto alla produzione non bio. Il bestiame in generale è un naturale responsabile di una grossa fetta di emissioni rilasciate nell'atmosfera, a causa di microorganismi che sono coinvolti nel processo di digestione animale. Uno studio di qualche anno fa spiegava che il 74 per cento delle emissioni globali sono attribuibili ai bovini. E un litro di latte biologico, in base a questo fattore, è responsabile di un quantitativo maggiore di emissioni rispetto a uno non bio, perché nell'allevamento bio si usano più terra e più mucche (ognuna delle quali ha una produzione inferiore rispetto a quelle allevate in intensivo) per per produrre un litro di latte.
L'Advertising Standards Authority non è un'organizzazione governativa, ma le pratiche che suggerisce riflettono la legislazione inglese in materia pubblicitaria e le sue sentenze portano anche alla rimozione dei contenuti oggetto di indagine. In passato sono state prese di mira alcune pubblicità della Apple, come quella che descriveva il Mac G5 come "il personal computer più veloce al mondo", di L'Oreal - che vendeva i suoi mascara promettendo effetti "esagerati" sulle ciglia - e di TripAdvisor. Quest'ultima ha dovuto modificare la descrizione del campione che scrive le recensioni sul suo sito, specificando che sono rilasciate da "utenti della community" invece che da "viaggiatori onesti e di fiducia".