Le fake news di dottor Google fanno male alla salute
Meglio il web di un medico vero? Secondo il 28,4 per cento degli italiani, purtroppo, sì e tra questi quasi 9 milioni si imbattono in informazioni false
“Dieci anni fa signore anziane arrivavano dicendo che la zia era morta per una determinata malattia e quindi pensavano di averla anche loro; oggi ci arrivano giovani di 20 o 30 anni con fogli stampati dal dottor Google ed è pure difficile fargli cambiare idea". A raccontare al Foglio il nuovo rapporto tra medici e pazienti ai tempi delle autodiagnosi su internet è stato Guido Pecchioli, neurochirurgo dell'ospedale Careggi. Oggi una ricerca del Censis presentata a Roma completa il quadro evidenziando che sono 15 milioni gli italiani che cercano informazioni relative alla salute sul web. Dal mal di testa al raffreddore, si tratta sempre di piccoli disturbi, ma il tema che emerge con puntuale attualità è anche qui quello delle fake news: più delle metà delle persone che si sono affidate al dottor Google, 8,8 milioni, si sono imbattute in informazioni false.
Questo aspetto diventa ancora più evidente se si restringe il campo ai vaccini, come ha appunto fatto il Censis. In questo caso sono 3,5 milioni i genitori che hanno trovato in rete indicazioni mediche sbagliate. "Il problema – spiegava ancora Pecchioli – è che una falsa notizia ripetuta tante volte diventa una verità. Io sono convinto che i No Vax lo fanno per amore verso i loro figli, solo che sono male informati e l’informazione certe volte non aiuta, visto che in tv si preferisce buttarla in caciara con argomenti non adeguatamente approfonditi". Secondo l'istituto di ricerca la maggioranza dei cittadini ricorre comunque alle fonti di informazione "tradizionali" nel campo sanitario, con il medico di medicina generale e il farmacista che restano i punti di riferimento per il 85,7 per cento di chi accusa piccoli disturbi. Ma intanto cresce rispetto agli anni scorsi il numero degli italiani che ricorrono ai diversi canali web. Tra questi il 17 per cento consulta siti web generici sulla salute, il 6 per cento siti istituzionali, come quello del ministero della Salute, e il 2,4 per cento si rivolge ai social network cercando pareri e consigli da altre persone che hanno manifestato gli stessi sintomi. E' l'uno vale uno della medicina.
Ancora più a proprio agio sulla rete sono i giovani millennials, i ragazzi nati tra gli anni Ottanta e Duemila, che per il 36,9 per cento usano il web per trovare informazioni su come curare i piccoli disturbi. La vera scommessa, anche tenendo in considerazione il profilo del paziente di domani, è riuscire a gestire la crescente ricerca di informazioni sulla salute senza lasciare il campo libero alle fake news. Oggi il 69 per cento degli italiani sarebbe contento di trovare sui siti web e sui social network informazioni sicure e affidabili sulle piccole patologie e vorrebbe ricevere da internet indicazioni sui farmaci da assumere senza obbligo della ricetta medica. E' possibile trasformare il dottor Google in un medico vero? “Su Instagram c’è la spunta blu per la verifica di profili autentici – è l'augurio di Pecchioli – ecco io vorrei una spunta blu per l’informazione medica. Non so se sia possibile, ma sarebbe utile”.
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