Con 2.600 fisici, l'Italia è protagonista della ricerca al Cern
Fabiola Gianotti, da due anni direttore generale del laboratorio e prima donna a ricoprire questo incarico, spiega come la ricerca cambia anche la nostra vita quotidiana
Roma, (askanews) - Situato al confine tra Svizzera e Francia, il Cern è il più grande laboratorio al mondo di fisica della particelle e dalla sua fondazione, avvenuta nel 1954, è stato protagonista di importanti scoperte premiate anche con i Nobel per la Fisica, nel 1984 a Carlo Rubbia e da ultimo nel 2013 per la scoperta del bosone di Higgs. Oggi il Cern conta 22 stati membri più altri paesi extraeuropei associati e al suo interno lavorano circa 17 mila scienziati di 110 nazionalità. Di questi 2.600 sono italiani come ha sottolineato Fabiola Gianotti, da due anni direttore generale del Cern, prima donna a ricoprire questo incarico, durante la conferenza organizzata dall'Accademia dei Lincei dal titolo "Il Cern, un laboratorio mondiale per la ricerca e molto di più".
"L'Italia ha una presenza molto importante, è il paese con il contingente più elevato di fisici, circa 2.600 fisici sono italiani, non tutti dipendenti da istituti italiani, alcuni sono italiani all'estero, il che indica il contributo importante dell'Italia al Cern ma anche il beneficio che l'Italia trae in termini anche di formazione dei propri ricercatori". Una ricerca di frontiera, quella che si svolge al Cern dove si trova l'acceleratore di particelle più potente al mondo, il Large Hadron Collider (LHC), grazie al quale è stato scoperto il bosone di Higgs la cui importanza valica i confini della fisica, investendo la nostra vita quotidiana, come ha sottolineato Fabiola Gianotti: "Una delle domande che spesso mi viene fatta è se il bosone di Higgs cambierà la nostra vita. La mia risposta è: lo ha già fatto. Innanzitutto perché per arrivare a scoprire il bosone di Higgs abbiamo dovuto sviluppare tecnologie di punta in molti campi. Un esempio - ha proseguito l'accademica dei Lincei - è il web, che tutti sanno è stato inventato al Cern. Forse sapete anche che sviluppiamo tecnologie di vuoto che vengono usate nei pannelli solari. E un esempio interessante è anche l'applicazione in campo medico con la hadroterapia, una terapia tumorale complementare alla terapia con i raggi".
Se è vero che le questioni aperte della fisica fondamentale vanno affrontate con un approccio globale e da diversi punti di vista, Fabiola Gianotti non ha dubbi sul ruolo del laboratorio: "Io penso che il Cern oggi è il laboratorio che ha le competenze in fisica degli acceleratori e deve rimanere tale, deve rimanere il faro mondiale anche negli anni a venire e io chiaramente mi batterò per questo". Per il presidente dell'Accademia dei Lincei Alberto Quadrio Curzio, Fabiola Gianotti è un esempio di eccellenza: "Fabiola Gianotti, che ha avviato un ciclo dell'Accademia dei Lincei che proseguirà fino alla fine di maggio, rappresenta l'esempio più limpido e significativo di come le donne, nella loro azione di ricerca scientifica, possano raggiungere livelli mondiali".
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