Va bene l'ottimismo, purché sia prudente
Il virus non è sparito, ma la catastrofe d’autunno tanto annunciata non è scontata
Alberto Zangrillo, primario e direttore di Terapia intensiva del San Raffaele di Milano e scienziato amato, cercato, detestato (professore personale di Silvio Berlusconi) dalle tv, e amato, cercato, detestato da parte della comunità medica, ha avuto un merito: rivelare, rompendo un po’ di cristalleria virologica, che il coronavirus non è una perenne condanna, un’emergenza che non finirà. In un paese che sulle emergenze campa, non è poco. Tuttavia Zangrillo, che non è mai stato un negazionista del Covid, a differenza di certi virologi lui che virologo non è, ha trasmesso un messaggio equivocabile, pur se oggettivo dal punto di vista medico. Dire che “clinicamente il virus non esiste più, all’evidenza non ci sono più malati gravi, le terapie intensive si svuotano” è formalmente corretto. Ma siccome il virus circola ancora, come lo stesso Zangrillo ammette, trincerarsi dietro a un avverbio (“clinicamente”) può in effetti confondere le idee. Zangrillo ha invece ragione quando diffida di chi dà quasi per fatale una seconda ondata di contagi “dagli effetti devastanti”.
Il rapporto Covid-19 di un pool di sistemi sanitari e di ricerca coordinati dalla Johns Hopkins University del 31 maggio dimostra che l’Italia è ora con la Germania il paese con il maggior trend di decrescita. Presto la Germania potrebbe arrivare a 5 mila casi attivi; e l’Italia seguirla dopo poche settimane. L’effetto rimbalzo dopo le riaperture, osservato ovunque e specie nel Regno Unito, non c’è stato da noi. Soprattutto, oltre a ridursi i positivi nell’ultima settimana di maggio sono precipitati i ricoveri in terapia intensiva: rappresentano circa l’uno per cento; il 15 è ricoverato con sintomi, l’84 in isolamento domiciliare. Tutto questo autorizza ottimismo. Il merito è stato dei medici, del lockdown, e durante l’estate sarà della prudenza e del buon senso, che del resto raccomanda anche Zangrillo. “Non è il virus che è cambiato, siamo noi che sappiamo proteggerci”, riassume Ilaria Capua. Dunque evitiamo gli avverbi come le profezie senza evidenza scientifica, e appunto non confondiamo la gente e le imprese oltre a quello che già sono; e questo non per colpa di Zangrillo.
Cattivi scienziati