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David Silverman / Getty Images
Editoriali
Sì alla sperimentazione degli Ogm (chiamati Tea)
L’emendamento approvato al Senato è una svolta positiva: finalmente l’Italia inizia a liberalizzare la ricerca scientifica sul miglioramento genetico. Il problema è l’ipocrisia sul nome, una falsificazione che tenta di salvare capra e cavoli
Martedì è stato approvato al Senato un emendamento al decreto legge “Siccità” che autorizza la sperimentazione in campo delle piante ottenute con le cosiddette “tecniche di evoluzione assistita” (Tea). La sigla è nuova, ma riguarda un dibattito vecchio: quello sugli Ogm. L’emendamento è sicuramente una nota positiva perché finalmente l’Italia, dopo decenni, inizia a liberalizzare la ricerca scientifica sul miglioramento genetico attraverso editing genomico e altre nuove tecniche. Si tratta, in sostanza, del superamento dell’assurdo divieto alla sperimentazione in campo aperto previsto dalla legge italiana – sostenuta da destra e sinistra – contro gli Ogm. A differenza che in passato, quando sono state combattute assurde battaglie ideologiche reazionarie, sulla necessità per l’agricoltura e le eccellenze agroalimentari italiane di dover puntare sul miglioramento genetico per poter sopravvivere alle sfide del cambiamento climatico, ora c’è piena consapevolezza e un consenso politico trasversale.
Sono infatti favorevoli alla legge quasi tutte le forze che in passato sono state strenuamente No Ogm, a partire dai produttori e dalla Coldiretti. Il problema di fondo, però, è l’ipocrisia di fondo della norma che si basa sulla falsificazione secondo cui le nuove Tea sarebbero completamente diverse dagli Ogm, con le prime più “sane” o “naturali” e i secondi “pericolosi” e simili a dei “frankenstein”. Così resta il divieto alla ricerca per le presunte vecchie tecniche “cattive” mentre la si consente per le nuove tecniche “buone”. È una narrazione ipocrita che tenta di salvare capra e cavoli, di far uscire il paese da un vicolo cieco senza fare i conti con i propri errori. Da questo punto di vista, è più lineare il percorso di chi, come Verdi e Sinistra, non vota a favore della ricerca sulle nuove tecniche di miglioramento genetico perché equipara le Tea agli Ogm. Ottusi sì, ma coerenti.
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