Il mondo del lavoro chiama la scuola
La Confindustria di Cuneo: "Assumiamo tecnici, ma non ne troviamo più"
Il presidente della Confindustria di Cuneo, Mauro Gola, ha scritto una lettera alle famiglie della provincia per aiutarle a scegliere gli indirizzi di studio dei figli. “Cari genitori – scrive – qualsiasi percorso scolastico individuerete per i vostri ragazzi, avrete fatto una buona scelta, perché tutte le nostre scuole sono eccellenti e qualificate. Ma è nostro dovere evidenziarvi questa realtà. Perché sono queste le persone che troveranno subito lavoro una volta terminati gli studi”. Prosegue ricordando che oltre la metà degli assunti l’anno scorso aveva un diploma professionale. Aggiunge che nel sistema industriale cuneese più del 90 per cento dei nuovi assunti firma un contratto a tempo indeterminato, a differenza di quelli assunti nel settore dei servizi. Evidenzia poi che mancano ingegneri industriali, architetti, chimici e informatici, tanto che in queste categorie solo la metà dei posti disponibili è stato occupato, “ma le principali necessità sono di operai specializzati” che non sono più i lavoratori degli anni 60, “ma persone con competenze tecniche, creatività e manualità, oltre che molto ben pagate, perché spesso vengono impiegate all’estero”.
E’ una lettera interessante, in cui il pragmatismo cuneese si sposa a una volontà di affrontare seriamente i problemi, senza limitarsi alle consuete deprecazioni. Dovrebbe interessare anche chi si occupa di ammodernare la scuola, che dovrebbe rendersi conto che se questo grande settore – a causa dell’autoreferenzialità culturale e del corporativismo – si separa dalla società e dalla produzione, finisce per girare a vuoto.
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