Marco Bussetti (foto LaPresse)

Bussetti dà una lezione al suo governo

Redazione

Parole sante su bullismo e ruolo sminuito dei docenti: ma è l’ideologia grillina

In un’intervista di ieri, ma ne ha già rilasciata più d’una dello stesso tenore, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha detto – su un tema più ampio della sola istruzione: l’educazione e la responsabilità civile – cose condivisibili. Molto condivisibili. Perfino toste. Quel genere di cose che di solito fuggono di sen a qualche fiero conservatore, prontamente redarguito dal pedagogista à la page di turno. “Su bullismo e violenza la scuola deve adottare una linea dura e provvedimenti severi”, ha detto. Anzi (e sarebbe finalmente ora, aggiungiamo) nei casi di aggressione ai docenti il ministero è pronto a costituirsi parte civile.

 

Ma il succo del suo ragionamento è questo: “Dietro a questi episodi di cronaca – dice – ci sono motivazioni culturali che investono la società nel suo complesso e vanno analizzate nel dettaglio per invertire la rotta. Non possiamo in alcun modo permettere che si possa mancare di rispetto a un docente. Gli insegnanti sono tra i principali pilastri del nostro sistema d’istruzione. Meritano fiducia. Riconoscimento sociale”. Infine, il ministro annota pure: “Bisogna riconoscere purtroppo che in questi anni il patto di corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia si è incrinato”, aggiungendo che “politiche disattente” hanno contribuito a minare “la dignità e l’autorevolezza di una professione importante e delicata. Non può più essere così”. C’è poco da commentare, e molto da condividere. Forse sono le prime parole di cambiamento che ascoltiamo dal governo del cambiamento, vedremo se avranno seguito. Però, questo detto, una riflessione da fare c’è. Bussetti, chissà quanto consapevolmente, ha fatto la diagnosi dei disastri sociali e culturali prodotti da un’ideologia e da una demagogia che sono esattamente quelle che guidano il partito che l’ha chiamato a Viale Trastevere: l’irresponsabilità, il sospetto e il dileggio verso chi è competente, la ribellione al ruolo di autorità (uno vale uno, no?). Bravo Bussetti, ha smentito il suo governo. Ma, se possiamo chiederle: che ci sta a fare lì?

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