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Editoriali

Serve un “bonus” anche per l'istruzione

Redazione

I mutui garantiti per i giovani funzionano. Farli anche per gli studi tecnici?

E’ ottima la decisione del governo di garantire i mutui casa al 100 per cento per giovani fino a 36 anni con esenzioni fiscali e incentivi alle banche per abbassare ulteriormente i tassi. Un’implementazione del “mutuo giovani” esistente dal 2015 fino ai 34 anni che ha finora ottenuto 273 mila domande. Il mercato immobiliare è in ripresa ma le domande under 34 si erano ridotte del 7,7 per cento a fronte di un aumento dell’8,6 per gli over 44.

 

Le nuove garanzie, tra le prime misure annunciate dal governo Draghi, stanno già invertendo il trend: le domande dei giovani sono in ripresa dell’1,5 per cento. Il successo di questi meccanismi può essere d’esempio per rinnovare la scuola afflitta dalla carenza di laureati in materie scientifiche e diplomati in istituti tecnici. Il Piano nazionale delle riforme riserva alle scuole 12,7 miliardi, in gran parte destinati alla modernizzazione degli edifici. L’occasione va però sfruttata per rilanciare gli istituti tecnici superiori dai quali escono ogni anno cinquemila diplomati a fronte di un’offerta di lavoro di 20 mila da parte delle aziende.

 

Resuscitate una decina d’anni fa, queste scuole garantiscono un tasso di occupazione di diplomati in media dell’80 per cento con punte del 95-100 a seconda delle specializzazioni. Gli iscritti sono però meno di 20 mila rispetto ai 200 mila in Francia e 800 mila in Germania. Le detrazioni fiscali per spese d’istruzione sono indifferenziate per tipo d’insegnamento e facoltà universitarie. Per indirizzare studenti e famiglie a percorsi orientati al lavoro le strade sono varie: borse di studio come per gli specializzandi in medicina, oggi già ripagati da lavoro vero ma con concorsi semibloccati; prestiti di tipo anglosassone con garanzia pubblica sul capitabile restituibile nella vita lavorativa; maggior quota detraibile per chi manda i figli agli istituti tecnici. Dall’Europa arriveranno per questi scopi 1,5 miliardi in 5 anni: 20 volte gli attuali stanziamenti pubblici. Come con gli incentivi all’acquisto della casa, ci guadagnerebbero tutti.

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