Editoriali
Il ragionevole ottimismo a scuola
Ovvio che ci siano contagi ma il sistema regge e le classi pollaio sono poche
Seconda settimana di scuola, anzi la campanella ha suonato solo ieri per Puglia e Calabria, è presto per fare bilanci. Ma è altrettanto presto, anzi è pericoloso, fare allarmismo su numeri inesistenti o che, quando anche ci sono, raccontano altro. Leggere titoli di questo tipo: “A scuola torna l’incubo Dad, Sos dei presidi: ‘Con queste regole peggio dell’anno scorso’” può indurre a una rappresentazione non corretta della realtà.
Innanzitutto, le classi che hanno finora avuto contagi Covid o nascita di veri focolai sono poco più di duecento. Secondo il Corriere della Sera, 37 classi a Milano, una cinquantina a Roma. Un po’ più alta la percentuale a Bolzano (e chissà se c’entri qualcosa la bassa quantità di vaccinati). Numeri che, al momento, appaiono controllabili. In secondo luogo, quando il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, dice che bisogna abituarsi a convivere con i possibili contagi e con l’eventuale quarantena di classi, dice una cosa ovvia ma lo fa senza annunciare sfracelli; così come il virologo Fabrizio Pregliasco, quando dice che “è normale” che ci siano contagi in luoghi affollati e in cui gli studenti non sono vaccinati. Anche perché, come indicano i primi dati disponibili, i contagi più frequenti sono tra gli under 12, che non sono vaccinati né, al momento, vaccinabili. E’ una situazione mai sperimentata, va monitorata. Magari smettendo una buona volta di raccontare che la colpa è delle “classi pollaio”.
Secondo il ministero, in Italia le classi sovraffollate sono 12 mila su 400 mila. Si tratta dunque di una criticità da risolvere, ma non di una situazione “da incubo” foriera di sicuri disastri. Bisogna attendere 3-4 settimane, dicono gli esperti, per vedere se le strategie messe in atto per far ripartire la scuola avranno funzionato. Nel frattempo, come del resto hanno fatto capire ieri, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico a Pizzo Calabro, il presidente Sergio Mattarella e il ministro Patrizio Bianchi, è meglio affidarsi all’ottimismo della ragione che cedere all’allarmismo dell’informazione.