editoriali
Maturità, perché la scuola ben fatta con la massima serietà è un diritto
Bene la scelta del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, si torna alla normale formula d’esame con le due prove scritte e l’orale. La scuola “mai più in Dad” non è solo un programma
Verrebbe da dire che è il primo effetto concreto del cambio di passo del Mattarella bis, ma è molto meno. Ma sono comunque due buone notizie in una. Dal ministero dell’Istruzione si apprende che è pronta l’ordinanza per l’Esame di stato del prossimo giugno. Torneranno, dopo due anni di emergenza Covid e maturità ridotta, le due prove scritte – italiano e una prova di indirizzo, e l’orale. Il ministro Patrizio Bianchi ha spiegato che “le scelte di oggi rientrano nel percorso di progressivo ritorno alla normalità che stiamo realizzando”. La scuola “mai più in Dad” non è solo un programma, da settembre le lezioni si svolgono in percentuale altissima regolarmente. Non c’è motivo che non torni alla normalità anche l’esame. E questa è la prima buona notizia.
La seconda buona notizia è in un cambio di indirizzo – o per meglio dire una diversa valutazione della situazione – che Bianchi e il suo ministero hanno attuato. Soltanto qualche mese fa, il ministro aveva infatti affermato, per quanto in via informale, in un’intervista, che finché fosse durato una “situazione d’emergenza” sarebbe rimasta la maturità organizzata su un solo maxi orale. Un’ipotesi che da molti era stata letta come una rinuncia preventiva a normalizzare la situazione, e soprattutto come un indiretto placet a una “riformina di fatto” facilitante dell’Esame di stato. Non è un caso che ci fosse stata una petizione di studenti per rimanere alla maturità emergenziale, e che ieri la Rete degli studenti medi abbia criticato il ministro. Questa non è una buona notizia, ovviamente. Lo è, invece, il messaggio che arriva dal ministro Bianchi: la scuola ben fatta con la massima serietà è un diritto, e va garantita nel migliore dei modi. L’emergenza deve finire.