Editoriali

In Italia si sciopera contro una scuola migliore

Redazione

I sindacati scolastici oggi hanno scioperato sulla base di rivendicazioni populiste e anti riformiste

Lo scorso venerdì sul Foglio Dario Di Vico ha analizzato i rischi di un sindacalismo che insegue le parole d’ordine del populismo e non del riformismo. Rischio palese per i sindacati della scuola (pubblica) che oggi hanno scioperato proprio sulla base di rivendicazioni populiste e anti riformiste. Oggetto, la contrarietà alle misure  del dl 36/2022 contenente “Ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza” – dunque si sciopera con il rischio (calcolato?) di bloccare interventi che hanno i giorni contati. Ma sono i contenuti dei sindacati a essere incredibili. Il dl sulla scuola riguarda la formazione e il reclutamento dei docenti. Lo scopo è superare l’impianto attuale, introducendo un percorso di valutazione. Ma per i sindacati “il governo sceglie di costruire una formazione per pochi, finanziata con il taglio degli organici”.
 

Vediamo. Attualmente, l’unico modo, spesso casuale, per entrare nella scuola sono i concorsi (abilitanti e/o a cattedra), di fatto un meccanismo di assorbimento dei precari. Il nuovo decreto introduce un percorso che porta all’abilitazione, ma ci sarà ovviamente un periodo transitorio in cui varranno anche i vecchi titoli; dopo il quale ai concorsi a cattedra si accederà solo attraverso l’abilitazione. Ma per  Francesco Sinopoli della Flc Cgil, “si umiliano i precari”. Inoltre si prevede l’istituzione di una Alta scuola di formazione e per finanziarla è previsto un “taglio” in 5 anni di 9.600 docenti, presi dalla fascia del “potenziamento”, il che è una ammissione che quella infornata voluta dalla Buona scuola non serviva. Ma per i sindacati, conta solo l’organico. Si è poi creato un sistema per premiare economicamente chi frequenterà l’aggiornamento, ma per gli scioperanti questo è mettere i prof. gli uni contro gli altri. L’Associazione dei presidi è critica con lo sciopero: “Il ritornello è il solito: stabilizzare i precari, non considerando per nulla il diritto degli alunni ad avere insegnanti migliori”. Poi c’è un contratto da rinnovare, e questo ovviamente è importante. Ma scioperare contro la qualità?

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