editoriali
La scuola ha bisogno di ben altro che le polemiche sui presepi
La censura stupidamente corretta di Gesù a Padove e gli inutili politici presepisti. I problemi sono altri
I problemi della scuola, non solo in Italia, sono assai preoccupanti e questo dovrebbe sollecitare un dibattito sui metodi e le motivazioni necessari per sviluppare l’attenzione allo studio di alunni e studenti. E’ sul modo di superare la dittatura degli smartphone e di identificare un modello educativo che tenga conto del mondo in cui vivono i giovani che bisognerebbe concentrarsi. Invece si assiste alla annuale parodia delle guerre di religione, suscitata da qualche episodio di penoso tentativo di occultare le radici giudeo-cristiane della civiltà occidentale in nome di una interpretazione estremistica, o semplicemente stupida, del principio di accoglienza di alunni di origini islamiche. Da una parte ci sono le maestre di Agna, un centro del padovano, non particolarmente dotate verrebbe da dire, che sostituiscono in un canto natalizio il nome di Gesù con un incongruo Cucù, con un effetto che sarebbe ridicolo, per loro, se non fosse diventato l’occasione per dichiarazioni e controdichiarazioni furenti. Dall’altra c’è l’iniziativa legislativa del centrodestra che vuole impedire ai presidi di vietare l’esposizione del presepe nelle scuole.
Qualche anno fa ci fu una polemica dello stesso tipo sull’esposizione dei crocifissi nelle aule, si arrivò a scomodare le interpretazioni del Concordato. E’ comprensibile che i simboli suscitino interesse e sollecitino persino passioni, ma sarebbe meglio che queste faccende venissero affidate al buon senso senza diventare pretesto di dispute politiche. La politica, della scuola, dovrebbe occuparsi anche di più: ma per identificare i difetti di un sistema che sembra sempre più autoreferenziale e sempre meno in grado di assicurare la formazione, ovviamente senza imporre alcuna etica o religione di Stato, ma educando alla libertà e al rispetto delle libertà altrui, all’eguaglianza e al rifiuto delle discriminazioni. Naturalmente neanche Gesù deve essere discriminato e cancellato dai canti natalizi dalla censura stupidamente corretta.